L’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia è da sempre in prima linea per la tutela dei diritti dei propri iscritti e di tutti i dipendenti pubblici, in particolare nella battaglia per il riconoscimento della corretta e tempestiva erogazione del Trattamento di Fine Servizio (TFS).

La questione è nota: le norme attualmente in vigore prevedono il differimento di almeno un anno del primo pagamento del TFS e, a seconda degli importi, la sua rateizzazione in due o tre tranche. Questo meccanismo, introdotto per ragioni di bilancio con il D.L. 78/2010 (art. 12), di fatto costringe i dipendenti pubblici a dover attendere fino a tre anni prima di ottenere quanto loro spettante.

Grazie all’azione dell’ANFP, nel 2023 la Corte Costituzionale ha avuto modo di esprimersi su questo tema con la sentenza n. 130 del 23 giugno 2023, riconoscendo che il TFS ha una natura retributiva e previdenziale, e che il suo pagamento deve avvenire senza ritardi ingiustificati. Tuttavia, nonostante l’esplicita dichiarazione di irragionevolezza e disproporzionalità del sistema attuale, la Corte non ha abrogato direttamente le norme in questione.

Cosa significa una “sentenza monito”?

La sentenza n. 130/2023 della Corte Costituzionale rientra nella categoria delle sentenze monito, un tipo particolare di pronuncia con cui la Corte, pur riconoscendo l’illegittimità costituzionale di una norma, decide di non dichiararla immediatamente nulla, affidando invece al legislatore il compito di intervenire per modificarla nel rispetto dei principi costituzionali.

Si tratta di una scelta che nasce dalla consapevolezza che l’abolizione immediata di una disposizione potrebbe generare un vuoto normativo ingestibile, soprattutto quando sono in gioco equilibri economici e finanziari di grande portata.

Nel caso del TFS, la Corte ha riconosciuto che il ripristino della liquidazione immediata avrebbe un impatto significativo sulle finanze dello Stato e, per questo, ha deciso di lasciare al Parlamento il compito di individuare le modalità per una riforma equa e sostenibile. Tuttavia, ha anche avvertito che “non sarebbe tollerabile l’eccessivo protrarsi dell’inerzia legislativa”, segnalando che se il Parlamento non interverrà in tempi ragionevoli, una futura pronuncia potrebbe essere meno indulgente.

 

L’inerzia del legislatore e la nuova iniziativa giudiziaria dell’ANFP

Nonostante il chiaro monito della Corte, ad oggi il legislatore non ha adottato alcun provvedimento concreto per riformare il sistema di pagamento del TFS. Di fatto, i tempi di attesa continuano a penalizzare i dipendenti pubblici, privandoli di una somma che rappresenta una parte differita della loro retribuzione, maturata con anni di servizio.

Per questa ragione, l’ANFP ha avviato nuovi ricorsi a tutela degli iscritti collocati a riposo, con l’obiettivo di riportare la questione nuovamente davanti alla Corte Costituzionale. Nel frattempo, anche altre iniziative giuridiche sono in corso: il TAR delle Marche, con ordinanza del 15 febbraio 2025, ha già sollevato una nuova questione di legittimità costituzionale, alimentando la pressione sul Parlamento affinché intervenga.

A breve, ad aprile, uno dei ricorsi promossi dall’ANFP sarà discusso davanti al TAR Lazio, con la concreta possibilità che venga sollevata un’altra questione di costituzionalità. Se così fosse, la Consulta si troverebbe nuovamente a dover affrontare un tema che non può più essere rimandato.

L’obiettivo: un TFS correttamente liquidato e senza attese ingiustificate

L’ANFP ritiene che il pagamento differito e rateizzato del TFS sia un’ingiustizia che non può più essere giustificata con emergenze economiche permanenti. La battaglia non è solo per i funzionari di polizia, ma per tutti i dipendenti pubblici che si vedono privati di un diritto acquisito.

L’auspicio è che il legislatore, sotto la pressione delle sentenze e dei ricorsi, intervenga per riformare il sistema in modo da garantire pagamenti più equi e tempestivi, restituendo ai lavoratori ciò che è loro di diritto.

L’ANFP continuerà a monitorare da vicino gli sviluppi della questione e ad agire con tutti gli strumenti possibili per ottenere una soluzione definitiva e giusta.

 

Roma, 26 febbraio 2025

 

IL SEGRETARIO NAZIONALE

ENZO MARCO LETIZIA

26 febb 2025 Nota tfs