274-11maroniFiniani ed opposizione contro i ‘sindaci-sceriffo’, norma viene modificata

Dopo le fibrillazioni sulla riforma dell’università, Fli fa tremare la maggioranza in Aula alla Camera sul decreto sicurezza annunciando di non avere intenzione di avallare la norma che “legittima la figura dei sindaci sceriffi” e presentando un emendamento che, come quelli di Pd, Idv e Udc, mira a sopprimerla. E’ il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a intervenire per evitare una nuova sconfitta del governo in Aula: dopo un vertice con la maggioranza a Montecitorio la norma viene riscritta con un emendamento della Commissione che è stato approvato dall’assemblea.
Il punto contestato del decreto, che prevede anche una serie di norme per la sicurezza negli stadi e per la tracciabilità dei flussi finanziari in materia di appalti, riguardava la misura che stabiliva che il Prefetto collaborasse all’attuazione delle ordinanze dei sindaci disponendo le misure ritenute necessarie per il concorso delle Forze di polizia. “Se i sindaci, cariche elettive che devono fare i conti con i voti dei cittadini – ha denunciato il democratico Alessandro Naccarato in Aula – avranno il potere di decidere, utilizzando i prefetti, l’impiego delle forze di polizia, vi è il rischio che la funzione di polizia diventi strumento di consenso elettorale”. Ma è la minaccia del non voto dei finiani a provocare la decisione della sospensione dei lavori e la successiva riunione di maggioranza con Maroni durante la quale la norma viene così riscritta: “Al fine di assicurare l’attuazione dei provvedimenti dei sindaci, il prefetto, ove lo ritenga necessario, dispone misure adeguate per assicurare il concorso delle forze di polizia”. “Abbiamo indotto la maggioranza a più miti consigli”, esulta il finiano Giorgio Conte. “Con la nuova versione dell’articolo 8 del decreto sicurezza – aggiunge – non ci saranno ‘sindaci sceriffi’, di cui non c’era e non c’è alcuna esigenza, ma un serio coordinamento tra gli enti locali e i rappresentati territoriali del governo”.