Signor Capo della polizia,
purtroppo siamo nuovamente costretti ad evidenziare che i tempi con cui vengono corrisposte le spettanze connesse al collocamento in quiescenza continuano ad essere oltremodo dilatati.
Lungaggini procedurali e consistenti lentezze nel completamento delle pratiche producono un’assoluta ed ingiusta ricaduta ai danni di figure professionali che rappresentano un unicum nell’ambito del panorama della dirigenza statale, per la significativa propensione al sacrificio, al costante ed attento impegno nello svolgimento dei compiti d’istituto e per la disponibilità al cambiamento d’ufficio e di sede.
Numerose sono le doglianze dei colleghi, soprattutto di coloro che hanno residenza nelle sedi c.d. metropolitane i quali ci rappresentano problematiche e disagi a causa dei ritardi nei pagamenti, che per la prima mensilità di pensione si aggirano tra i tre ed i sei mesi, mentre per la prima quota del TFS si attendono anche oltre i due anni.
Emblematica è la posizione di un nostro Consigliere Nazionale, il Dirigente Superiore a r. dott. Pietro Caserta, il quale, collocato in quiescenza per limiti di età a decorrere dal 1° giugno 2018 – sede di Roma, ha riscosso la prima mensilità di pensione dopo tre mesi e solo di recente, a quasi tre anni di distanza, la prima quota del TFS.
Abbiamo già sottolineato che le difficoltà in parola riguardano anche il personale degli altri ruoli: al proposito, appare superfluo evidenziare che la presumibile entità del numero delle situazioni critiche assume aspetti di assoluta rilevanza, per i quali è necessario realizzare improcrastinabili interventi sistematici e risolutivi.
Tutto ciò premesso, pur nella consapevolezza che i richiamati ritardi riguardano anche altre categorie di dipendenti dello Stato, si è dell’avviso che l’adozione di iniziative finalizzate alla soluzione del problema potrà essere assicurata solo postulando la specificità del “comparto sicurezza”, tra le cui componenti la Polizia di Stato, grazie anche all’apprezzamento attribuitole dalla collettività, ha assunto da tempo un ruolo di rilievo.
A tale riguardo, si rappresenta che l’Arma dei Carabinieri nel 2017 e la Guardia di Finanza nel 2019 hanno costituito, d’intesa con l’Inps, dei Poli di gestione delle pratiche pensionistiche finalizzati a garantire sia la continuità di pagamento tra l’ultimo stipendio e la prima pensione, sia il versamento delle quote TFS nei tempi previsti dalla legge.
Per quanto sopra esposto, si prega di provvedere con ogni consentita urgenze, analogamente a quanto effettuato dai Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, all’attuazione di protocolli d’intesa con l’INPS per concordare la realizzazione di una comune unità organizzativa, centrale, per la gestione delle delicate procedure pensionistiche.
Siamo certi che tale strategia consentirà di individuare le migliori iniziative utili a consentire appropriate e definitive soluzioni alle criticità sopra rappresentate.
Enzo Marco Letizia