Era un cantiere aperto da più di vent’anni e forte è stata nel tempo la preoccupazione che il riordino rimanesse una delle varie opere incompiute che abbondano nel nostro Paese.
Questa riforma dell’ordinamento del personale e il riordino dei ruoli e delle qualifiche, primo intervento organico e di sistema sulle forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, dopo la Legge n. 121/81, non è a costo zero: l’impegno finanziario di 621 milioni per il 2017 e di un miliardo e 27 milioni per il 2018, cifre stanziate e “immediatamente operative”, segna un cambio di impostazione che ci incoraggia a proseguire lungo la strada da tempo intrapresa, perché dimostra in maniera concreta che la piena condivisione di un principio essenziale, che da anni costituisce il fondamento del nostro impegno: la sicurezza non è un costo da tagliare, ma un investimento in democrazia, civiltà e coesione sociale.
Si tratta di un progetto che concretizza una parte considerevole delle richieste che l’ANFP ha sostenuto con coerenza ed impegno nel corso degli anni e che, pur non avendo realizzato la completa dirigenzializzazione della carriera dei funzionari di Polizia sin dalla loro immissione in servizio, ne ha, tuttavia, sancito la vocazione in senso dirigenziale. E’ stato di fatto aperto nell’immediato l’accesso alla qualifica di Vice Questore Aggiunto (che costituisce adesso la prima delle qualifiche dirigenziali), anche in sovrannumero, a tutti i Commissari Capo ed alle qualifiche equiparate del ruolo tecnico e di quello professionale in servizio alla data di entrata in vigore del decreto in questione e, a regime, l’ammissione allo scrutinio per merito comparativo, finalizzato alla promozione alla qualifica di Vice Questore Aggiunto, per i Commissari Capo (e per le qualifiche equiparate) che abbiano prestato almeno sei anni di effettivo servizio nella qualifica.
Rispetto alle scarse ed assai incerte prospettive di apertura della carriera sulle quali fino ad oggi è stato possibile contare, gli attuali Commissari Capo e le nuove generazioni di funzionari potranno, invece, fare pieno affidamento sul rapido accesso alla dirigenza. E non si tratta di un dato meramente formale, perché l’accesso alla qualifica di Vice Questore Aggiunto comporterà, innanzitutto, una significativa modifica dello status giuridico dei Funzionari della Polizia di Stato, che ci consentirà di superare situazioni che assai spesso hanno assunto contorni decisamente paradossali.
Un altro importante risultato positivo della nostra azione è la conferma che tutti gli attuali Vice Questori Aggiunti ed i colleghi equiparati del ruolo tecnico e del ruolo professionale saranno dirigenzializzati in due qualifiche: Vice Questore Aggiunto (e qualifiche equiparate) per tutti coloro che hanno meno di 13 anni di servizio al 1° gennaio 2017 e Vice Questore (e qualifiche equiparate) per tutti coloro che hanno maturato alla stessa data più di 13 anni di anzianità nel ruolo e che la promozione da Vice Questore Aggiunto a Vice Questore avverrà “a ruolo aperto”. Più volte avevamo sottolineato che i funzionari direttivi sono stati tradizionalmente appiattiti, dal punto di vista sia normativo, sia economico, sul personale di tutti gli altri ruoli, con una serie di evidenti aberrazioni, che in molti casi hanno inciso anche sulla complessiva organizzazione e sulla funzionalità degli uffici di appartenenza. Il riordino ha da sempre rappresentato l’unica reale occasione per il recupero della dignità e della specificità di una funzione che, a dispetto della sua rilevanza strategica per la sicurezza delle persone, il godimento dei diritti di libertà, lo sviluppo ed il benessere del nostro Paese, è rimasta priva di qualsiasi riconoscimento.
Ed è un successo incoraggiante l’accoglimento, sia pure parziale, della nostra pressante richiesta volta a scongiurare la riduzione dell’organico dei funzionari di polizia con un calo del taglio da 1000 a 800 unità.
Inoltre, a seguito dei dubbi manifestati con fermezza dalla nostra Associazione sulla non meglio definita “indennità di impiego”, destinata a sostituire lo straordinario, in assenza di indicazioni sulla quantificazione delle risorse disponibili e di una concreta analisi sulle ricadute economiche che ciò avrebbe comportato per ciascuno di noi, dall’art. 52 (art. 55 bis della precedente bozza) è stato cancellato il riferimento alla predetta indennità, che era stata inclusa tra le materie oggetto della nuova procedura negoziale.
E’ stato, inoltre, reintrodotto, benché in forma non pienamente soddisfacente, il percorso di carriera che abbiamo con forza richiesto al fine di garantire la diversificazione delle esperienze professionali, che è necessario maturare nel tempo per la promozione a primo dirigente ed a dirigente superiore.
L’istituzione di un’area negoziale autonoma riservata alla dirigenza, con accesso consentito solo alle OO.SS. rappresentative di quella specifica categoria, costituisce un risultato storico, che solo la nostra Associazione ha da sempre sostenuto e richiesto con impegno e determinazione, attraverso un cammino irto di difficoltà, resistenze ed ostacoli. Da oggi sarà meno arduo proseguire la nostra battaglia, perché l’area negoziale autonoma riscatterà l’intera categoria che appariva retrocessa a vera e propria “Cenerentola” del pubblico impiego, senza alcun potere autonomo di trattativa nelle sedi ufficiali. L’area negoziale autonoma concretizza il pieno riconoscimento delle nostre rivendicazioni ed identifica finalmente una sede riservata alla contrattazione degli aspetti normativi e delle competenze accessorie, che costituiscono un elemento imprescindibile per la concreta valorizzazione della specificità delle nostre funzioni (basti pensare all’indennità di o.p., per citare solo uno dei molti esempi).
Il risultato ottenuto, inoltre, conferma che anche l’Amministrazione ha finalmente condiviso il nostro assunto, perché francamente inaccettabile sarebbe stato continuare a privare la categoria dei Funzionari di Polizia, sulla quale pesano le più alte responsabilità in materia di ordine e sicurezza pubblica, di una propria specifica ed autonoma forma di rappresentanza in ambito sindacale.
Siamo orgogliosi dell’obiettivo che abbiamo raggiunto per la categoria che rappresentiamo, i cui bisogni e le cui legittime aspettative sono state incarnate e difese con pervicace impegno solo dalla nostra Associazione, cercando sempre di agire con equilibrio e responsabilità, in un’ottica collaborativa e propositiva, volta ad elaborare ed offrire soluzioni concrete.
Tuttavia, il nostro cammino non può certo dirsi concluso, perché resteremo sempre fortemente impegnati sui numerosi fronti aperti e su questioni che non sono ancora giunte a soluzione, tra cui: la dirigenzializzazione completa della qualifica di Commissario Capo, gli eventuali tagli di organico, gli alloggi di servizio per favorire la mobilità, i criteri per la progressione in carriera, che dovranno essere ispirati a trasparenza, oggettività e meritocrazia, la formazione e l’aggiornamento professionale dedicati alla categoria, la corretta modulazione del percorso di carriera.