Regeni: Gabrielli, da Zucca accuse infamanti
Parole oltraggiose, chiediamo rispetto in nome chi ha dato vita
(ANSA) – AGRIGENTO, 21 MAR – “Arditi parallelismi e infamanti accuse che qualificano soltanto chi li proferisce”. Così il capo della Polizia Franco Gabrielli ha commentato le parole del sostituto procuratore della corte d’appello di Genova Enrico Zucca che, durante un dibattito sulla morte di Giulio Regeni, ha sostenuto che i “nostri torturatori sono al vertice della polizia”. “In nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita – ha aggiunto ad un’iniziativa ad Agrigento in ricordo di Beppe Montana, il capo della Catturandi di Palermo ucciso dalla mafia nel 1985 – chiediamo rispetto”. (segue)
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(ANSA) – AGRIGENTO, 21 MAR – Nel corso del suo intervento, Gabrielli ha ricordato che soprattutto chi ha compiti di responsabilità è chiamato a dare l’esempio e ad essere credibile. “L’esempio – ha detto – ha una forza rivoluzionaria e dirompente. Questo deve essere un memento per ciascuno di noi, per chi ha responsabilità in nome di chi prima e meglio di noi ha saputo interpretare” l’articolo 54 della Costituzione che invita i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche, ad esercitarle con “onore e disciplina”. “L’onore e la disciplina – ha sottolineato ancora – di chi come Beppe Montana e i colleghi che abbiamo ricordato, i tantissimi troppi colleghi delle forze di polizia, magistrati, imprenditori, sindacalisti, rappresentanti delle pubbliche amministrazioni che anche e soprattutto in questa terra hanno pagato con la loro vita quel loro impegno, quella loro dedizione nel vivere con onore e disciplina il mandato che gli era stato affidato”. Ecco perché, ha poi aggiunto Gabrielli, “mi risuonano ancora più oltraggiose le parole di chi non più tardi di ieri ha detto che ai vertici della polizia ci sono dei torturatori”. “Noi facciamo i conti con la nostra storia ogni giorno, noi sappiamo riconoscere i nostri errori. Noi, al contrario di altri, sappiamo pesare i comportamenti. Ma al contrario di altri – ha concluso tra gli applausi – ogni giorno i nostri uomini e le nostre donne, su tutto il territorio nazionale, garantiscono la serenità, la sicurezza e la tranquillità. Ed in nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita, chiediamo rispetto, e gli arditi parallelismi e le infamanti accuse, qualificano soltanto chi li proferisce”.(ANSA).