253-2polCi siamo lasciati circa un anno fa dopo le improvvise e in parte inspiegabili scelte riorganizzative del Servizio di Polizia Postale, con l’impegno verso tutti di seguirne gli sviluppi e di riferire sugli effetti da esse prodotte.
Al riguardo, abbiamo appreso che, oltre alla perdita di risorse umane altamente specializzate, le riunioni con i dirigenti degli uffici compartimentali che nel passato scadenzavano la vita della Specialità si sono ridotte nel corso del 2010 ad una sola occasione. Indirizzo e confronto con la dirigenza sul territorio vengono ora portati avanti mediante occasionali contatti telefonici che diventano spesso occasione per rimproveri per non meglio precisate mancanze.
Dirigenti che per anni hanno gestito con efficacia uffici importanti e particolarmente esposti diventano destinatari di note riservate di biasimo che per loro natura non consentono alcun tipo di giustificazione.
A qualcuno è andata anche peggio! Convocazione alle Risorse Umane con l’invito a indicare preferenze per una differente sede di servizio. Il tutto con la motivazione ufficiale di un fisiologico avvicendamento, a cui nessuno di noi crede, poiché riteniamo più verosimile che il “Re sentendosi nudo di fronte ai veterani voglia apparire vestito con i neo dirigenti” che nulla sanno della complessa materia della Polizia delle Comunicazioni.
Se questo è il clima che caratterizza i rapporti del Direttore del Servizio della Postale con i dirigenti sul territorio, l’aria che tira negli uffici del Polo Tuscolano non è certo migliore.
Disorientamento, mancanza di direttive, demotivazione stanno negli ultimi mesi minando l’entusiasmo e la forte spinta motivazionale che aveva invece caratterizzato l’ultimo lustro di vita della postale.
Sono stati creati nuovi uffici o articolazione di quelli già esistenti che, lungi dal migliorare gli standard operativi, non hanno evidenziato risultati apprezzabili.
Il Direttore del Servizio appare alle corde quando si tratta di assumere tempestivamente decisioni, tergiversa per farle assumere al Direttore Centrale oppure le concede su pressioni o richieste di diversa natura.
Ultimamente, scoperto il gioco, il Re va dicendo che non è voler suo bensì di Zeus, e contro ogni regola che governa la gestione del personale dispensa consigli, accompagnati da sottili avvertimenti, si fa persino oracolo della volontà divina e raccomanda ai sudditi di tener chino il capo se non vogliono incorrere nelle ire di Giove.
A parte la metafora, la situazione ci preoccupa per davvero e siamo costretti a segnalare ai più alti livelli l’attuale situazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni e chiedere al Direttore Centrale un suo intervento per recuperare quella serenità perduta.

Roma, 17 dicembre 2010