138-mantMancano i fondi per la gestione dei pentiti, con lo stanziamento del 2011 si riuscirà appena a superare il semestre”. A lanciare questo allarme è stato Alfredo Mantovano, il sottosegretario dell’Interno che nei giorni scorsi s’è dimesso (per poi ritirare le dimissioni) per contrasti con la politica governativa sull’immigrazione. Mantovano, davanti a tutti i segretari nazionali dei sindacati di polizia che lo incalzavano chiedendogli quante risorse il governo fosse intenzionato a stanziare per l’emergenza immigrazione, ha risposto così: “Sappiate che il problema della mancanza dei fondi c’è. Io lo sto vivendo in prima persona come presidente della Commissione pentiti: rischiamo di non arrivare alla fine dell’anno”.

È la prima volta che un governo, da quando i “pentiti” sono diventati un’arma fondamentale per l’aggressione alle mafie, si trova in crisi di liquidità addirittura per la gestione dei collaboratori di giustizia. “Sì, è vero – ha confermato a Repubblica Alfredo Mantovano – il problema c’è, ma stiamo lavorando per risolverlo. Cercheremo di attingere al Fug, il Fondo unico giustizia”.

I pentiti sono circa 900, i loro familiari intorno ai tremila, un’ottantina i testimoni di giustizia e 300 i loro parenti. Per capire il perché dell’allarme del sottosegretario dell’Interno, basta osservare il trend delle spese per collaboratori di giustizia (in discesa negli ultimi anni dopo il picco di 70 milioni del 2006): 53 milioni nel 2009, 49 milioni nel 2010, 34 milioni nel 2011. Un taglio nell’ultimo triennio di 19 milioni. “È facile immaginare – commenta Enzo Letizia, segretario dell’Associazione funzionari di polizia – che non si possa arrivare alla fine dell’anno con il 35 per cento di risorse in meno rispetto a tre anni fa”.

da LA REPUBBLICA.IT di Alberto Custodero