577-berlmarAl Signor Presidente del Consiglio
Presidente Silvio Berlusconi

Al Signor Ministro dell’Interno
On.le Roberto Maroni

Al Signor Ministro della Giustizia
On.le Nitto Palma

Al Signor V. Presidente del CSM
Avv. Michele Vietti

Egregi,
i gravi fatti di sabato scorso a Roma hanno, ancora una volta, dimostrato l’alto senso dello Stato e la professionalità delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e delle altre Forze dell’Ordine per garantire la libertà di manifestare e la sicurezza dei pacifici dimostranti.

Il diritto di manifestare le proprie opinioni e il proprio dissenso è e deve restare inviolabile.

Questa non è solo una volontà costituzionale, ma anche una nostra intima convinzione come di tutti quelli che sono chiamati, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, per cui è necessario che le forze di polizia, senza tentennamenti, siano messe nelle condizioni di operare nella massima tutela e serenità.

Da qualche tempo cerchiamo di spiegare che il mantenimento dell’ordine pubblico può richiedere interventi repressivi con l’uso controllato e proporzionale della forza, come soltanto le forze di polizia addestrate sanno fare.

Al riguardo servono risorse finanziarie per l’assunzione di giovani poliziotti, per l’acquisto di mezzi e strumenti efficienti, finalizzati a contrastare chi abbandonando il dialogo ha scelto la via della violenza contro le istituzioni democratiche.

Riteniamo, altresì, improcrastinabile un intervento normativo sia a garanzia delle forze di polizia impegnate in ordine pubblico, sia a tutela di tutti quelli che intendano manifestare pacificamente il proprio dissenso.

La rivisitazione normativa della disciplina contro la violenza nelle manifestazioni pubbliche va accompagnata da un chiarimento normativo per l’applicazione delle scriminanti previste dagli articoli 51,52 e 53 c.p. per le forze di polizia che operano in servizi di ordine pubblico, poiché non si può sottacere l’eccessivo rigore con cui esse sono applicate, che finisce per aprire la via a numerosi processi penali nei confronti degli operatori di polizia di ogni grado, qualifica e funzione.

Non chiediamo una deroga alla legge o l’impunità né di legittimare gli abusi, ma chiediamo una tutela per agire rispetto a quanto la legge ci chiede di fare.

Riteniamo, infine, oltremodo necessaria una diversa formazione anche dei Magistrati per una compiuta e reale lettura di tali fenomeni, così come ha già fatto la Polizia di Stato con l’istituita scuola di formazione per l’Ordine Pubblico.

Al riguardo, perciò, auspichiamo e chiediamo, una effettiva tutela legale ed una formazione congiunta tra magistrati e polizia come già avviene in Francia in tema di ordine pubblico.