Stasera tutti i Poliziotti italiani ricorderanno dove erano la sera di 10 anni fa, quando a Catania moriva l’Ispettore Filippo Raciti durante gli scontri tra tifosi in occasione del derby con il Palermo, il commosso ricordo di “un collega la cui morte impose allo stato di emanare una legge in cui si imponeva il rispetto di leggi già esistenti ma disattese tra proroghe e rimpalli.
Il riferimento è alla normativa voluta dall’allora Ministro Pisanu che non trovò applicazione per molto tempo a causa delle resistenze di Società di Calcio ed Enti proprietari degli stadi per accollarsi i costi degli interventi strutturali agli impianti di gioco. Improvvisamente si scoprì che era indispensabile una svolta radicale per porre un freno a quelle che erano le sistematiche guerriglie urbane che per anni hanno visto poliziotti di ogni ordine e grado rischiare e spesso soffrire per la loro incolumità fisica e paradossalmente gli strumenti normativi erano già stati individuati ed emanati ma mai applicati. Ecco perché a dieci anni di distanza dobbiamo ribadire che Raciti fu una morte annunciata. Ed è anche per questo che il lutto per la sua morte si è radicata profondamente nel cuore e nella mente di tutti poliziotti. Perché in ognuno, quel giorno, c’è stata la consapevolezza che chiunque di noi poteva essere al posto di Filippo.
Il dolore della morte può essere amplificato o lenito dal senso che si può dare ad una fine così tragica, per questo come Associazione Funzionari di Polizia di Stato ribadiamo il primo inderogabile principio che uno stato di diritto deve osservare: le leggi devono essere rispettate e questo rispetto non può essere barattato con niente e nessuno. E nella malaugurata ipotesi che ciò possa venire in mente a qualcuno, ricordo l’immagine del figlio di Filippo, mentre saluta la bara del padre, salutandolo alla visiera in una uniforme troppo grande per lui.
Enzo Marco Letizia
Raciti Funzionari Ps fu morte annunciata per norme disattese
ANSA – ROMA 2 FEB – La morte di Filippo Raciti dieci anni fa impose allo stato di emanare una legge in cui si imponeva il rispetto di leggi gia’ esistenti ma disattese tra proroghe e rimpalli . Lo dichiara il Segretario dell’ Associazione Nazionale Funzionari di Polizia Enzo Letizia che fa riferimento alla normativa voluta dall’allora Ministro Pisanu che non trovo’ applicazione per molto tempo a causa delle resistenze di Societa’ di Calcio ed Enti proprietari degli stadi per accollarsi i costi degli interventi strutturali agli impianti di gioco . Improvvisamente – aggiunge – si scopri’ che era indispensabile una svolta radicale per porre un freno a quelle che erano le sistematiche guerriglie urbane che per anni hanno visto poliziotti di ogni ordine e grado rischiare e spesso soffrire per la loro incolumita’ fisica e paradossalmente gli strumenti normativi erano gia’ stati individuati ed emanati ma mai applicati . Ecco perche’ – secondo Letizia – a dieci anni di distanza dobbiamo ribadire che Raciti fu una morte annunciata. Ed e’ anche per questo che il lutto per la sua morte si e’ radicato profondamente nel cuore e nella mente di tutti i poliziotti. Perche’ in ognuno quel giorno c’e’ stata la consapevolezza che chiunque di noi poteva essere al posto di Filippo . Come associazione funzionari della Polizia di Stato – conclude – ribadiamo il primo inderogabile principio che uno stato di diritto deve osservare le leggi devono essere rispettate e questo rispetto non puo’ essere barattato con niente e nessuno. E nella malaugurata ipotesi che cio’ possa venire in mente a qualcuno ricordo l’immagine del figlio di Filippo mentre saluta la bara del padre salutandolo alla visiera in una uniforme troppo grande per lui.