Al Ministro dell’Interno
Prefetto Matteo Piantedosi
e. p.c.
Al Capo della Polizia
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Vittorio Pisani
Oggetto: riconoscimento a 360 gradi della funzione di Autorità Provinciale e locale di Pubblica Sicurezza.
Signor Ministro, Le scrivo per portare alla Sua attenzione la cruciale importanza della figura del Questore come Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza e per sottolineare come questa funzione, nonostante la sua centralità nell’amministrazione della sicurezza pubblica, non abbia ancora ricevuto il riconoscimento economico che merita, in virtù delle responsabilità e della complessità del ruolo.
Come stabilito dall’art. 14 della l. n. 121/81, il Questore rappresenta l’autorità incaricata del coordinamento tecnico-operativo in materia di ordine e sicurezza pubblica a livello provinciale. Questo ruolo richiede al Questore di esercitare un “agire autoritativo-coercitivo” che, pur preventivo, è essenziale per proteggere la sicurezza pubblica. La dottrina e la giurisprudenza della Corte Costituzionale hanno più volte confermato la necessità che lo Stato disponga di strumenti adeguati per fronteggiare minacce alla sicurezza collettiva, e il Questore, in tale contesto, svolge un compito delicato e imprescindibile.
È importante considerare che la sicurezza pubblica non deve essere interpretata come un obiettivo a sé stante, bensì come uno strumento volto a garantire l’esercizio delle libertà fondamentali. Tale equilibrio è riconosciuto dall’art. 24 della l. n. 121/81, che stabilisce che le funzioni di pubblica sicurezza debbano essere al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini, una missione che il Questore assolve quotidianamente attraverso la “selezione” di quei comportamenti che costituiscono reali minacce all’ordine democratico, distinguendoli da quelli che rappresentano legittime espressioni della dialettica democratica. Al riguardo, va evidenziato che, più che in passato, le tensioni internazionali hanno un impatto diretto sull’ordine pubblico, richiedendo interventi di coordinamento sempre più impegnativi e specifici.
Quanto accaduto ieri sera ad Amsterdam, dove tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv sono stati aggrediti da una folla apparentemente filopalestinese dopo la partita contro l’Ajax, evidenzia con chiarezza come le dinamiche globali influenzino le condizioni di sicurezza pubblica nelle nostre città.
L’episodio di Amsterdam è solo uno dei numerosi segnali che dimostrano come le tensioni internazionali, alimentate dalle drammatiche immagini di conflitti trasmesse globalmente e diffuse sui social media, possano infiammare le piazze locali e sfociare in atti di violenza. Di fronte a questi scenari, le figure di autorità di pubblica sicurezza, in particolare il Questore, sono chiamate a rispondere in modo efficace, coordinando risorse e operazioni per prevenire e gestire situazioni di disordine che non trovano origine diretta nel contesto nazionale, ma che ne risentono profondamente.
La legge n. 121/81 ha segnato un importante passaggio, affermando con forza che la funzione di polizia in Italia deve essere civile e non militare, una scelta in linea con le migliori tradizioni delle democrazie avanzate. Sebbene il legislatore non abbia assegnato alla Polizia di Stato un’esclusiva su determinati settori, la funzione di direzione e coordinamento attribuita al Questore conferisce a questo ruolo una competenza specializzata, esclusiva e distinta rispetto alle altre forze di polizia.
Nel rapporto esclusivo con le istituzioni locali, il Questore agisce in posizione autonoma rispetto al Prefetto, con il quale collabora, pur mantenendo una diretta e distinta interlocuzione con i sindaci e le amministrazioni territoriali, come stabilito dall’art. 15 della l. n. 121/81. Questo gli permette di adattare l’azione di sicurezza pubblica alle necessità del territorio, un ruolo che si realizza quotidianamente attraverso il “tavolo tecnico” istituzionalizzato dalla Direttiva Bianco (D.M. del 12 febbraio 2001) e con strumenti pratici come le ordinanze in materia di ordine e sicurezza pubblica, previste dall’art. 37 del d.p.r. 28 ottobre 1985, n. 782.
Il Questore è così, contemporaneamente, destinatario del coordinamento svolto da parte del Prefetto sotto un profilo politico-amministrativo e titolare di un proprio potere di coordinamento di carattere tecnico-operativo, che qualifica il rapporto intersoggettivo che intercorre con le altre forze di polizia, volto all’impiego di queste ultime nell’ambito dei servizi operativi tanto che il Questore deve essere tempestivamente informato dai comandanti locali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza su quanto comunque abbia attinenza con l’ordine e la sicurezza pubblica.
L’evoluzione delle minacce alla sicurezza, che oggi comprendono terrorismo, flussi migratori, crimini informatici e fenomeni di criminalità organizzata, ha reso il ruolo del Questore ancora più essenziale e ha ampliato le competenze e gli ambiti di intervento di questa figura. Di fronte a queste sfide, il Questore non è solo chiamato a garantire l’ordine pubblico, ma anche a prevenire crimini e proteggere i cittadini da nuove forme di minacce e reati, mantenendo un rapporto di collaborazione con le amministrazioni locali e con i sindaci dei comuni.
In questo contesto, è fondamentale riconoscere il ruolo del Questore non solo come tecnico-operativo, ma anche come figura di equilibrio e tutela tra la sicurezza e le libertà civili.
Viviamo tempi complessi in cui la sicurezza deve essere riconosciuta come diritto fondamentale, compatibile con il godimento delle libertà. Di fronte a un contesto sempre più dinamico e alla richiesta crescente dei cittadini per una sicurezza inclusiva, che non si limiti alla sola prevenzione dei crimini, ma si estenda alla protezione e al supporto di una società sicura e civile, il Questore svolge un ruolo di pilastro insostituibile.
È dunque arrivato il tempo di superare i veti incrociati delle altre Amministrazioni e di riconoscere la funzione del Questore e delle Autorità locali di Pubblica Sicurezza anche sotto il profilo economico, valorizzando così la sua opera fondamentale nella tutela delle istituzioni democratiche e nella difesa delle libertà dei cittadini. Solo con un adeguato riconoscimento si potrà assicurare che chi quotidianamente si dedica con competenza e sacrificio alla sicurezza pubblica trovi nella propria funzione il rispetto e il sostegno che questa richiede e merita.
Ringraziandola per l’attenzione su questo tema, resto in attesa di un Suo cortese riscontro e Le porgo i miei più cordiali saluti.
Roma, 8 novembre 2024
Enzo Marco Letizia