Al Prefetto Alessandra Guidi
Vice Direttore Generale
preposto all’attività di Coordinamento
e Pianificazione delle Forze di Polizia

Signor Vice Capo della Polizia,

la circolare del 7 novembre u.s. concernente l’attribuzione degli incarichi per i Commissari Capo afferma che vi è “….l’assoluta preclusione della preposizione di funzionari non dirigenti a taluni uffici o reparti…”, elencando fra questi uffici o reparti i Commissariati di P.S., distaccati e sezionali, uffici di prima articolazione interna delle Questura, Reparti Prevenzione Crimine, Nuclei Operativi di Protezione, uffici dei comparti di specialità e specialistici.
Da un punto di vista di politica gestionale non comprendiamo le ragioni della circolare, che di fatto, colpisce la dignità professionale dei Commissari Capo del ruolo ordinario. Nel periodo transitorio, infatti, non è stata prevista una deroga che consenta a questi colleghi di conservare le funzioni che con pieno merito svolgono da anni.
Tutti sappiamo benissimo che l’Italia è piena di Commissariati distaccati in cui l’unico funzionario assegnato è un Commissario Capo e che vi sono Questure in cui vi è un numero assolutamente inadeguato di funzionari con qualifica dirigenziale. Per non parlare delle carenze dei Reparti Prevenzione Crimine, delle Sezioni e C.O.A. della Polizia Stradale, degli uffici di Polizia di Frontiera, dei Compartimenti Polizia Postale: alcuni di questi Uffici sono retti da Commissari Capo, assegnati sia prima che dopo la fatidica data del 1° gennaio 2018.
La verità è che la Polizia di Stato, in tantissime realtà si poggia sui Commissari Capo!
D’altra parte, prima del riordino delle carriere, tutti questi incarichi erano tranquillamente assegnati a questi funzionari. E conosciamo benissimo la durissima selezione come l’impegnativo percorso formativo biennale che viene richiesto ai Commissari del ruolo ordinario, tutti laureati e tutti con un master conseguito durante il corso.
E allora ci chiediamo: perché si sono fatte affermazioni di “preclusioni assolute” quando poi la realtà del territorio dice tutt’altro? Il riordino delle carriere ha bisogno di tempo per dispiegare i suoi effetti sul ruolo e sugli incarichi dei funzionari, e nelle more non si può semplicemente affermare che il dettato normativo dice qualcosa che nella realtà è sostanzialmente inattuabile.
Inoltre, appare, altresì, evidente che non sono state valutate le conseguenze dal punto di vista economico, come la mancata assegnazione dell’alloggio di servizio, essendo funzionari addetti.

Occorre, pertanto, cogliere l’occasione del decreto legislativo concernente il correttivo al riordino per introdurre le adeguate modifiche finalizzate a prevedere una norma transitoria che consenta ai Commissari Capo, di poter dirigere tutti gli uffici di polizia cui potevano essere preposti sulla base della Tabella A allegata al D.P.R. 335/1982, nel testo vigente prima del D.Lgs. 95/2017.
Non smetteremo mai di dire che tali criticità si risolverebbero con la dirigenzializzazione della qualifica di Commissario Capo. Infine, non possiamo non evidenziare che con una rigida interpretazione si assisterebbe ad una dequalificazione dei Commissari Capo rispetto ai corrispondenti Capitani dei Carabinieri, in quanto i primi sembrerebbero impossibilitati a dirigere Uffici o articolazioni adeguate mentre i Capitani continuerebbero a comandare Compagnie. Questo porterebbe ad una inaccettabile ed evidente sperequazione rispetto al principio di equiordinazione che sta alla base del riordino delle carriere.
Per quanto sopra esposto chiediamo un incontro urgente pe affrontare la questione in modo esaustivo.

Roma, 15 novembre 2019

Enzo Marco Letizia

 

LETTERA AL PREF GUIDI