Abbiamo molto apprezzato il ricordo del capitano Straullu e dell’agente Di Roma che ha fatto il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione Giovanni Salvi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il quale, tra l’altro, ha sottolineato la smilitarizzazione della Polizia di Stato. All’epoca il Paese di fronte alla minaccia terroristica rispose coniugando libertà e sicurezza non cedendo agli impulsi autoritari. Infatti, nonostante che il 1980 fu l’anno in cui si registrò il più elevato numero di vittime del terrorismo la classe dirigente politica nel 1981 varò la riforma della Polizia di Stato e dell’Amministrazione di Pubblica Sicurezza non avendo dubbi nel rispondere al terrore con gli strumenti della democrazia. Nella politica, nella società, nella polizia e nelle forze armate i quegli anni si avviò un processo che gradualmente portò il sistema della Sicurezza a livelli non solo di maggiore efficienza, ma anche di maggiore moderazione sull’uso della forza con la conseguenza di garantire di più il rispetto dei diritti e delle libertà dei cittadini.
Sono considerazioni che riteniamo di valenza strategica per pensare a come affrontare dal punto di vista organizzativo, le complesse sfide che attendono il nostro Paese in un periodo storico senza precedenti.
Così in una nota il segretario dell’associazione nazionale funzionari di polizia Enzo Letizia, commenta le dichiarazioni del procuratore generale Giovanni Salvi
AGI – Roma, 30 gennaio 2021 Abbiamo molto apprezzato il ricordo del capitano Straullu e dell’agente di Roma che ha fatto ieri il procuratore generale presso la Corte di cassazione Giovanni Salvi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Ad affermarlo è il Segretario dell’associazione Nazionale Funzionari di Polizia Enzo Letizia. Il Procuratore generale – ricorda Letizia – tra l’altro ha sottolineato la smilitarizzazione della Polizia di Stato. All’epoca il Paese di fronte alla minaccia terroristica rispose coniugando libertà e sicurezza non cedendo agli impulsi autoritari. Infatti, nonostante che il 1980 fu l’anno in cui si registrò il più elevato numero di vittime del terrorismo la classe dirigente politica nel 1981 varò la riforma della Polizia di Stato e dell’Amministrazione di Pubblica Sicurezza non avendo dubbi nel rispondere al terrore con gli strumenti della democrazia. Nella politica, nella società, nella polizia e nelle forze armate i quegli anni si avviò un processo che gradualmente portò il sistema della Sicurezza a livelli non solo di maggiore efficienza, ma anche di maggiore moderazione sull’uso della forza con la conseguenza di garantire di più il rispetto dei diritti e delle libertà dei cittadini.
Sono considerazioni che riteniamo di valenza strategica per pensare a come affrontare dal punto di vista organizzativo, le complesse sfide che attendono il nostro Paese in un periodo storico senza precedenti.