L’Associazione seguiva già da tempo la questione della palese illegittimità costituzionale del differimento e della rateizzazione del trattamento di fine servizio per funzionari e dirigenti di Polizia. Perciò, nel monitorare le pronunce della Corte Costituzionale (in particolare la sent. n. 159 del 2019) si è individuato un possibile varco per riproporre la questione – che era stata dichiarata inammissibile rispetto ai collocati a riposo per anzianità – con riguardo ai collocati in pensione per raggiunti limiti di età.
L’ANFP ha, quindi, trovato tra i propri iscritti un neo pensionato per limiti di età al quale ha offerto il proprio supporto tecnico ed economico per l’azione giudiziaria sia in sede di Giudice Amministrativo che innanzi alla Corte Costituzionale.
Ordinanza di rinvio alla Corte Costituzionale da parte del Tar
Nell’ambito del procedimento pendente innanzi alla Consulta, l’ANFP ha anche depositato ad adiuvandum un’opinione scritta che la Corte Costituzionale ha giudicato ammissibile.
L’Associazione ha seguito, studiato, promosso e portato a conclusione l’intera questione di legittimità costituzionale relativa alla tempistica di erogazione del TFS. Inoltre, l’iniziativa volta a tutelare i diritti dei propri iscritti ha portato effetti che si riflettono su tutto il pubblico impiego ed il risultato raggiunto ci rende particolarmente orgogliosi.
Infatti, la Corte Costituzionale ha comunicato che “il differimento della corresponsione dei trattamenti di fine servizio (T.F.S.) spettanti ai dipendenti pubblici cessati dall’impiego per raggiunti limiti di età o di servizio contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione, di cui tali prestazioni costituiscono una componente; principio che si sostanzia non solo nella congruità dell’ammontare corrisposto, ma anche nella tempestività della erogazione. Si tratta di un emolumento volto a sopperire alle peculiari esigenze del lavoratore in una particolare e più vulnerabile stagione della esistenza umana”.