Signor Capo della polizia,
come noto, a Foresta Burgos si è svolto il primo corso di equitazione nel cui ambito si sono verificati due gravi incidenti, il primo ad aprile ed il secondo a giugno, che hanno coinvolto due frequentatrici Commissari capo.
La collega coinvolta nell’incidente di aprile attualmente indossa ancora il busto e gli specialisti non hanno sciolto la riserva sull’opportunità di effettuare, comunque, un intervento chirurgico alla colonna vertebrale.
A seguito della caduta verificatasi nel mese di giugno, la frequentatrice ha rischiato in modo serio di rimanere paralizzata agli arti inferiori e pare che la scheggia della vertebra abbia leso irreversibilmente il midollo spinale.
La funzionaria, operata d’urgenza, sarà costretta a letto fino agli inizi di agosto, i tempi di guarigione saranno particolarmente lunghi e c’è incertezza sul completo recupero fisico.
Riteniamo necessario evidenziare che i due incidenti in questione presentano delle inquietanti similitudini: stesso cavallo, stesso istruttore, stesso giorno, il lunedì, dopo la pausa del week-end.
Al riguardo, occorre sottolineare che la funzionaria coinvolta nel secondo incidente aveva diligentemente esposto all’istruttore, la mattina dell’evento, che il cavallo appariva piuttosto nervoso ed irrequieto, probabilmente a causa dell’inattività nel fine settimana ed aveva proposto di far “sgambare” personalmente l’animale prima di montarlo, per allentare la tensione accumulata nei due giorni precedenti, ricevendo dall’istruttore un’inopportuna e avventata risposta negativa.
Poco dopo l’epilogo facilmente prevedibile: il cavallo si è lanciato improvvisamente al galoppo senza rispondere ai comandi della giovane frequentatrice, infine disarcionandola.
La collega rimasta vittima dell’incidente nel mese di aprile ha riferito una dinamica sostanzialmente equiparabile a quella sin qui descritta.
Si ha, pertanto, la netta sensazione che i gravissimi episodi in questione avrebbero potuto e dovuto essere evitati con la doverosa applicazione di elementari regole di prudenza e di buon senso, per altro dovute da parte di chi – proprio in considerazione della specifica preparazione posseduta – era stato incaricato della formazione delle due colleghe.
Per quanto sopra esposto, invitiamo ad avviare un’inchiesta amministrativa sui due incidenti di cui si è detto, volta a verificare le condizioni di sicurezza generali dello svolgimento del corso, le cause che hanno determinato le cadute e l’eventuale responsabilità dell’istruttore, valutando, altresì, l’opportunità, in attesa dell’esito degli accertamenti in questione, di sospendere il medesimo dall’attività addestrativa.
Roma, 12 luglio 2011
Enzo Marco Letizia