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Il brutale ed efferato assassinio della giovanissima Sara di Pietrantonio lascia francamente stupefatti, sia per le modalità con cui è stato perpetrato sia per l’indifferenza nella quale si è consumato.
Siamo fermamente convinti del fatto che la solidarietà, la cura dell’altro, la vicinanza e l’attenzione ai problemi ed alle difficoltà del prossimo siano elementi senza i quali è davvero difficile immaginare una società libera e sicura. Incredibile che nessuno si sia fermato, che nessuno abbia sentito il bisogno di chiamare subito le Forze dell’ordine.
Peraltro, la necessità di prestare aiuto ad un persona ferita o che si trovi comunque in pericolo rappresenta un bene preciso dovere giuridico, la cui violazione è sanzionata dal legislatore attraverso l’“Omissione di soccorso”.
Nel nostro ordinamento, solo tra il 1968 e il 1969 viene dichiarato costituzionalmente illegittimo l’“Adulterio”. Nel 1981 viene finalmente abrogato l’“Omicidio e la lesione personale a causa d’onore”. Bisognerà attendere il 1996 affinché il reato di “Violenza carnale”, sia inquadrato tra i reati contro la persona, anziché tra quelli contro la moralità pubblica ed il 2009 perché sia introdotto il reato di “Atti persecutori”.
Sulla parità di genere si misurano la democrazia e la civiltà di un intero Paese e se alcuni passi importanti sono stati compiuti, molto resta ancora da fare. E’ indispensabile intervenire ulteriormente sul fronte repressivo, come sottolineato oggi anche dall’Avv. Giulia Bongiorno ed è altrettanto necessario investire adeguatamente su campagne di formazione, a partire dalle scuole, al fine di scardinare stereotipi che spesso ci condizionano sin dall’infanzia e che stanno alla base di una vera e propria sottocultura. Al fine di veicolare immagini e concetti su cui costruire ed impostare correttamente le relazioni interpersonali sin dall’inizio e di sviluppare una sensibilità che sembra ancora sfortunatamente assai carente.
Servono investimenti anche per il potenziamento dei centri antiviolenza e delle strutture protette, allo scopo di incoraggiare e sostenere durante un percorso oggettivamente doloroso e complesso chi ha deciso di denunciare e di sottrarsi a contesti caratterizzati da violenza e prevaricazione.
Roma, 31 maggio 2016
Lorena LA SPINA
 Sara: funzionari polizia, omicidio consumato nell’indifferenza =
(AGI) – Roma, 31 mag. – “Il brutale ed efferato assassinio della  giovanissima Sara Di Pietrantonio lascia francamente stupefatti, sia per  le modalita’ con cui e’ stato perpetrato sia per l’indifferenza nella  quale si e’ consumato”. Ad affermarlo e’ il segretario nazionale  dell’Associazione nazionale funzionari polizia, Lorena La Spina. “Incredibile che nessuno si sia fermato – sottolinea La Spina – che  nessuno abbia sentito il bisogno di chiamare subito le forze  dell’ordine. Peraltro, la necessita’ di prestare aiuto ad una persona  ferita o che si trovi comunque in pericolo rappresenta un preciso dovere  giuridico, la cui violazione e’ sanzionata dal legislatore attraverso  l”omissione di soccorso'”.
“Sulla parita’ di genere – ricorda il segretario dell’Anfp – si  misurano la democrazia e la civilta’ di un intero Paese e se alcuni  passi importanti sono stati compiuti, molto resta ancora da fare. E’  indispensabile intervenire ulteriormente sul fronte repressivo ed e’ altrettanto necessario investire adeguatamente su campagne di  formazione, a partire dalle scuole, al fine di scardinare stereotipi che  spesso ci condizionano sin dall’infanzia e che stanno alla base di una  vera e propria sottocultura. Servono investimenti anche per il  potenziamento dei centri antiviolenza e delle strutture protette, allo  scopo di incoraggiare e sostenere durante un percorso oggettivamente  doloroso e complesso chi ha deciso di denunciare e di sottrarsi a  contesti caratterizzati da violenza e prevaricazione”. (AGI)Roma: Anfp, assassinio di Sara lascia stupefatti per l’indifferenza
Roma, 31 mag. (AdnKronos) – “Il brutale ed efferato assassinio della giovanissima Sara Di Pietrantonio lascia francamente stupefatti, sia per le modalità con cui è stato perpetrato sia per l’indifferenza nella quale si è consumato. Siamo fermamente convinti del fatto che la solidarietà, la cura dell’altro, la vicinanza e l’attenzione ai problemi e alle difficoltà del prossimo siano elementi senza i quali è davvero difficile immaginare una società libera e sicura. Incredibile che nessuno si sia fermato, che nessuno abbia sentito il bisogno di chiamare subito le Forze dell’ordine”. Lo afferma il segretario dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia, Lorena La Spina.
“Peraltro – prosegue – la necessità di prestare aiuto ad un persona ferita o che si trovi comunque in pericolo rappresenta un bene preciso dovere giuridico, la cui violazione è sanzionata dal legislatore attraverso l’“Omissione di soccorso”. Nel nostro ordinamento, solo tra il 1968 e il 1969 viene dichiarato costituzionalmente illegittimo l’“Adulterio”. Nel 1981 viene finalmente abrogato l’“Omicidio e la lesione personale a causa d’onore”. Bisognerà attendere il 1996 affinché il reato di “Violenza carnale”, sia inquadrato tra i reati contro la persona, anziché tra quelli contro la moralità pubblica ed il 2009 perché sia introdotto il reato di “Atti persecutori”.
“Sulla parità di genere si misurano la democrazia e la civiltà di un intero Paese e se alcuni passi importanti sono stati compiuti, molto resta ancora da fare – continua La Spina – E’ indispensabile intervenire ulteriormente sul fronte repressivo, come sottolineato oggi anche dall’avvocato Giulia Bongiorno ed è altrettanto necessario investire adeguatamente su campagne di formazione, a partire dalle scuole, al fine di scardinare stereotipi che spesso ci condizionano sin dall’infanzia e che stanno alla base di una vera e propria sottocultura. Al fine di veicolare immagini e concetti su cui costruire ed impostare correttamente le relazioni interpersonali sin dall’inizio e di sviluppare una sensibilità che sembra ancora sfortunatamente assai carente”. “Servono investimenti anche per il potenziamento dei centri antiviolenza e delle strutture protette, allo scopo di incoraggiare e sostenere durante un percorso oggettivamente doloroso e complesso chi ha deciso di denunciare e di sottrarsi a contesti caratterizzati da violenza e prevaricazione”, conclude.