In un momento storico in cui le forze di polizia sono chiamate ad affrontare sfide sempre più complesse per garantire sicurezza e ordine pubblico, il dibattito sul cosiddetto “scudo penale” rischia di essere travisato. È doveroso chiarire che i poliziotti non chiedono né immunità né esenzioni dal controllo giudiziario, ma strumenti che garantiscano una maggiore equità nel trattamento di chi agisce adempiendo al proprio dovere.

Sosteniamo che il nostro ordinamento giuridico, basato sullo stato di diritto, deve assicurare che ogni azione della Forza Pubblica sia verificata e legittimata da un’attenta valutazione giudiziaria. Tuttavia, è altrettanto necessario evitare che chi opera in divisa sia automaticamente sottoposto a indagine penale – con il conseguente peso economico e psicologico – per azioni compiute nel rispetto delle leggi e nell’interesse collettivo.

Essere indagati significa dover affrontare spese legali che incidono su stipendi già modesti, spesso percepiti da chi mette a rischio la propria vita per la sicurezza dei cittadini. Non si tratta di chiedere privilegi, ma di evitare situazioni ingiuste che equiparano chi tutela la legalità a chi la infrange.

La proposta, impropriamente definita “scudo penale” genera polemiche fuorvianti e divisive che corrono il rischio di alimentare l’acredine contro le Forze di Polizia e non mira a sottrarre gli operatori di polizia al controllo giudiziario. Al contrario, a nostro parere dovrebbe prevedere l’introduzione di un filtro preventivo per valutare la necessità di un procedimento penale, evitando avvii automatici che, in molti casi, si concludono con l’archiviazione. Una misura di buon senso, che potrebbe essere affidata a un organo superiore, come il procuratore generale presso la Corte d’Appello, per garantire una maggiore esperienza nel rendere giustizia.

La tutela di chi indossa una divisa passa anche attraverso il riconoscimento del sacrificio e delle difficoltà che caratterizzano il lavoro quotidiano degli operatori. È una questione di giustizia e di rispetto per chi, con professionalità e dedizione, garantisce i diritti di tutti i cittadini.

L’Associazione continuerà a battersi per queste tutele, nel rispetto della legge e della Costituzione, con l’obiettivo di proteggere i diritti di chi ogni giorno opera per difendere quelli di tutti.

 

Roma, 15 gennaio 2025

Enzo Marco Letizia

Editoriale 15 gennaio Scudo penale