Al Ministero dell’Interno

Dipartimento della P.S.

Segreteria del Dipartimento

Ufficio V – Relazioni sindacali della Polizia di Stato

 

OGGETTO: Circolare prot. 2985 del 31 gennaio 2024 “Disciplina della dirigenza della Polizia di Stato – Orario di lavoro e prestazioni di lavoro straordinario– Disposizioni – Criticità.

 

Con riferimento alla circolare indicata in oggetto rileviamo, sul metodo, che l’Amministrazione non ha ritenuto utile avviare alcuna informazione preventiva, eppure la circolare riguarda materie che sono di diretto interesse economico e professionale, del personale dirigente.

 

Sul punto segnaliamo che l’interlocuzione con l’Amministrazione, finalizzata alla ricerca delle migliori soluzioni per l’efficienza ed efficacia della gestione e la tutela dei dirigenti e dei loro collaboratori, nella distinzione dei ruoli e delle prerogative, è il principio fondante del sistema normativo delle relazioni sindacali nel comparto sicurezza. Noi siamo certi che l’Amministrazione non voglia disattendere l’osservanza di questo principio, in modo da evitare un inutile malcontento tra i dirigenti in un momento di grande ansia nel Paese, per le note motivazioni di ordine interno e internazionale.

 

Nel merito, rileviamo che la citata circolare tende ad allontanarsi dal principio di auto responsabilizzazione del dirigente nell’organizzazione complessiva del suo tempo di lavoro, ribadito dal Dipartimento della Funzione Pubblica, in sede di parere (DPF 43784 del 2 luglio 2020). Principio la cui attuazione è, ovviamente, vincolata alle esigenze operative e funzionali della struttura di cui il dirigente è responsabile, esigenze che sono individuate ed assicurate sulla base della struttura gerarchica prevista dall’ordinamento della Polizia di Stato, ma lasciando al dirigente la scelta operativa sul come raggiungere gli obiettivi prefissati. Ricordiamo, tra l’altro, che il dirigente risponde dell’eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi, anche sul piano della valutazione dirigenziale.

 

Il rispetto del principio di auto responsabilizzazione – ovviamente nell’ambito dei predetti vincoli – riafferma dunque l’esigenza di proseguire nel computo del lavoro straordinario sulla base dell’istituto dell’autocertificazione del dirigente delle ore di lavoro straordinario prestate. Istituto finora utilizzato dall’Amministrazione, ma che richiede l’utilizzo di un modulo con cui il dirigente autocertifichi due elementi essenziali: la sua presenza giornaliera in servizio ed il numero di ore giornaliere di lavoro straordinario prestato.

 

Il modulo allegato alla citata circolare introduce, però, due nuovi elementi rispetto a quello attualmente in uso, cioè l’orario di inizio e termine sia del lavoro ordinario che delle ore di straordinario effettuate quotidianamente, e l’indicazione dei due rientri per il completamento delle 36 ore settimanali. Elementi che mettono in crisi il principio di autocertificazione e lo sostituiscono con la logica dell’ordine di servizio, incompatibile con la natura delle funzioni dirigenziali.

 

Questi nuovi elementi determinerebbero un dannoso e ingeneroso passo indietro per tutti i dirigenti, perché dediti e concentrati nella loro già complessa giornata lavorativa dovrebbero prendere appunti dell’orario di inizio e fine delle ore di lavoro ordinario e straordinario, a scapito dello svolgimento delle loro impegnative funzioni dirigenziali, a qualunque ora del giorno e della notte.

 

Come considerare poi in questo quadro, le telefonate, i messaggi e i vari contatti informali che per le più disparate e urgenti questioni di servizio vengono ricevute quotidianamente fuori da lavoro.

 

La circolare, dunque, aggiunge un aggravio burocratico non compatibile con il principio dell’auto responsabilizzazione del dirigente, ma anche inutile, se il punto è la questione del controllo, perché ogni superiore gerarchico ha già tutti gli strumenti per verificare la piena legittimità di comportamento dei suoi collaboratori, a maggior ragione se dirigenti.

 

Circa l’indicazione dei due rientri per il completamento delle 36 ore settimanali, si ribadisce che anche l’istituto dei rientri è coerente con il servizio prestato dal personale non dirigente, ma non è compatibile con il principio di auto responsabilizzazione del dirigente nell’organizzazione complessiva del suo tempo di lavoro e, quindi, sulla sua autodeterminazione sul come utilizzare tutte le ore del suo servizio ordinario.

 

Inoltre, è necessario che l’Amministrazione garantisca effettivamente e non in linea teorica l’assoluta riservatezza dei dati sensibili del Dirigente.

 

Rileviamo, infine, che persino la tempistica della citata circolare non sembra colpire nel segno. È infatti di questi ultimi mesi l’apprezzamento e il ringraziamento del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Interno indirizzato agli appartenenti alle Forze di polizia per il loro costante e qualificato impegno, un riconoscimento che ha rassicurato i dirigenti in merito all’attenzione che le Istituzioni hanno verso questo versante di pubblici funzionari, in una delicata fase di vita del Paese.

 

Perciò auspichiamo fortemente la modifica della circolare, affinché sia garantito, effettivamente, il principio dell’auto responsabilizzazione del Dirigente di Polizia.

LETTERA SU CIRCOLARE 2985 DEL DEL 31.01.2024