Roma, 30 dicembre – “Autorevoli esponenti del mondo giudiziario nel commentare il recente decreto sulle intercettazioni parlano di strapotere della Polizia Giudiziaria. Personalmente, credo si debba parlare di grandi responsabilità e di un notevole aggravio di lavoro”. Così Enzo Letizia, segretario dell’associazione funzionari di Polizia, commenta le nuove disposizioni in tema di intercettazioni telefoniche ed ambientali.
“Da uomo dello Stato condivido la scelta di porre un freno alla fuga di notizie che nel passato hanno trasformato i contenuti di un’indagine in processi mediatici incentrati su aspetti di gossip non previsti dal codice penale. Fatta questa premessa la norma fa carico alla Polizia Giudiziaria di discernere fra le conversazioni rilevanti per le indagini e quelle che invece non lo sono. Ma chi fa questo lavoro sa bene quanto questo confine sia spesso labile e non ben definito, specie nell’immediatezza dell’ascolto. É vero che al PM resteranno i brogliacci con le indicazioni delle conversazioni non trascritte ma é altrettanto chiaro che si rischia una strumentalizzazione delle scelte che la Polizia Giudiziaria dovrà fare in base a quanto disposto dalla legge, la quale comunque resta alle dirette dipendenze delle Procure ” spiega il segretario.
“Ritengo quindi che nel rispetto del dettato costituzionale, per il quale ricordo che é l’Autorità Giudiziaria a disporre della Polizia Giudiziaria, sia opportuno che i vertici della magistratura diano indicazioni e direttive precise per condividere quella che ritengo essere una fonte non di potere ma di responsabilità”.
“Da ultimo” conclude il segretario “concordo con giudici e tecnici dell’investigazione nel ritenere poco felice la scelta di limitare l’uso dei trojan (necessari alle intercettazioni informatiche) solo a reati di terrorismo e mafia. La criminalità ha oggi sfaccettature e connessioni tali da non rendere opportune certe distinzioni e limitazioni nella lotta alla delinquenza”

INTERCETTAZIONI ANFP POCO FELICE SCELTA DI LIMITARE USO TROJAN
L’appello vertici magistratura diano indicazioni precise Roma 30 dic. AdnKronos – Concordo con giudici e tecnici dell’investigazione nel ritenere poco felice la scelta di limitare l’uso dei trojan necessari alle intercettazioni informatiche solo a reati di terrorismo e mafia. La criminalita’ ha oggi sfaccettature e connessioni tali da non rendere opportune certe distinzioni e limitazioni nella lotta alla delinquenza . Lo sottolinea Enzo Letizia segretario dell’associazione funzionari di Polizia commentando le nuove disposizioni in tema di intercettazioni telefoniche ed ambientali. Autorevoli esponenti del mondo giudiziario – sottolinea ancora in una nota – nel commentare il recente decreto sulle intercettazioni parlano di strapotere della Polizia Giudiziaria. Personalmente credo si debba parlare di grandi responsabilita’ e di un notevole aggravio di lavoro . Da uomo dello Stato- prosegue – condivido la scelta di porre un freno alla fuga di notizie che nel passato hanno trasformato i contenuti di un’indagine in processi mediatici incentrati su aspetti di gossip non previsti dal codice penale. Fatta questa premessa la norma fa carico alla Polizia giudiziaria di discernere fra le conversazioni rilevanti per le indagini e quelle che invece non lo sono . Ma chi fa questo lavoro – annota ancora – sa bene quanto questo confine sia spesso labile e non ben definito specie nell’immediatezza dell’ascolto. vero che al PM resteranno i brogliacci con le indicazioni delle conversazioni non trascritte ma e’ altrettanto chiaro che si rischia una strumentalizzazione delle scelte che la Polizia Giudiziaria dovra’ fare in base a quanto disposto dalla legge la quale comunque resta alle dirette dipendenze delle Procure. Ritengo che nel rispetto del dettato costituzionale per il quale ricordo che e’ l’autorita’ giudiziaria a disporre della Polizia giudiziaria sia opportuno che i vertici della magistratura diano indicazioni e direttive precise per condividere quella che ritengo essere una fonte non di potere ma di responsabilita’ .