Da sempre ci siamo spesi affinché fossero riconosciute: la funzione, la specificità, le caratteristiche e le attribuzioni del nostro incarico, con le responsabilità ed i doveri che ne conseguono, sia attraverso una remunerazione che rispetti la dignità personale e la competenza professionale, sia mediante istituti normativi connessi alle peculiarità dell’esercizio dei nostri compiti dirigenziali.
All’indomani dell’approvazione del riordino delle carriere, ci siamo battuti e continueremo a batterci, per il finanziamento di questa area negoziale; purtroppo, è di tutta evidenza che le risorse che il Governo ha stanziato per il triennio economico 2018-2020 sono talmente esigue che, l’area negoziale, corre il rischio di restare una scatola vuota e di trasformarsi in un esercizio virtuale, privo di contenuti per le prestazioni rese dai Dirigenti di Polizia.
Siamo lontanissimi dall’obbiettivo di migliorare la funzionalità dell’Amministrazione e di incentivare il personale dirigente. Finalità che, con le risorse attualmente disponibili, non sono in alcun modo raggiungibili, anzi siamo in una fase in cui stiamo demotivando il personale dirigente.
I dati riferiti alla media annuale pro capite, “lordo stato” per i dirigenti di Polizia, sono inequivocabili. Infatti, a fronte di un organico di 3154 unità (come da vigente “tabella A”, allegata al riordino delle carriere), la media annua pro capite, stanziata per il 2018 è di 192 €; per il 2019 è di 812 €; per il 2020 è di 1107 €. Tali cifre, tradotte al “lordo dipendente”, in concreto, si trasformano in 12 € lordi mensili per il 2018; in 51 € mensili per il 2019 e 69 € mensili per il 2020 (che equivalgono a poco più di 30 euro netti), da cui devono essere detratti i costi per permessi e distacchi nonché quelli relativi agli effetti della disciplina normativa.
Estratto dell’intervento tenuto alla Funzione Pubblica il 3 maggio u.s. concernente il contratto della Dirigenza di Polizia.