46-dddSignor capo della polizia,
ci appare inspiegabile l’oggettivo blocco della carriera dei funzionari e dei dirigenti che da tempo prestano servizio presso la Direzione Investigativa Antimafia, specie a fronte del fatto che per chi vi è assegnato da poco, tra l’altro senza apprezzabili esperienze investigative, la medesima collocazione funzionale si riveli, per contro, una sorta di “treno ad alta velocità” per la promozione o “un’acquasantiera” cui attingere per purificare da qualche incidente di percorso la prescelta o il prescelto di turno, proveniente da altri uffici.

Nonostante la funzione principale della DIA sia quella di assicurare lo svolgimento, in forma coordinata, delle attività preventive di contrasto alla criminalità organizzata, essa oggi viene svuotata di contenuto con la costituzione di gruppi interforze esterni, cui partecipa anche personale DIA, per il monitoraggio degli appalti riguardanti la ricostruzione del dopo terremoto in Abruzzo, l’Expò di Milano ed i lavori ferroviari per i treni ad alta velocità.

Sarebbe stato certamente più coerente e funzionale rafforzare il relativo settore della Direzione Investigativa Antimafia per non disperdere specifiche competenze ed esperienze che negli anni hanno consentito di ottenere numerosi successi.

Al riguardo va, inoltre, osservato che la moderna tecnologia, ad esempio con videochiamate a più utenti o con video conferenze, permette ormai, certamente meglio che in passato, di sviluppare e gestire l’attività di coordinamento, con costi per altro contenuti.

Non va dimenticato che i funzionari ed i dirigenti della Polizia di Stato hanno contribuito in modo determinante dal 1992 al 2009 a sequestrare beni per 8,4 miliardi di euro, nonché a confiscare beni per 1,7 miliardi alla criminalità organizzata ed al contempo ad arrestare circa novemila mafiosi di alto livello.

In un momento di particolare difficoltà, obiettivamente caratterizzato da una cronica e scarsamente rimediabile carenza di risorse strumentali ed umane, non possiamo certo permetterci il “lusso” di continuare a demotivare i colleghi in servizio presso la DIA, disconoscendo il valore ed i risultati che hanno conseguito nel tempo.

Occorre, invece, ottimizzare e valorizzare razionalmente le specificità di cui l’Amministrazione dispone al proprio interno ed è per questo che Le chiediamo un intervento volto a dimostrare apprezzamento e vicinanza ad un settore ingiustamente marginalizzato, in cui aumenta la sensazione che i funzionari, ivi in servizio, siano “figli di un Dio minore”.

Roma, 11 luglio 2011

Enzo Marco Letizia