Il gravissimo episodio verificatosi ieri a Napoli, al rione Sanità, deve ancora una volta spingerci ad un riflessione approfondita sul modo in cui è necessario intervenire per il contrasto alla criminalità, organizzata e diffusa, in un contesto urbano di oggettiva complessità. A Napoli le forze dell’ordine svolgono quotidianamente il proprio dovere con straordinaria abnegazione ed impegno, mettendo spesso a repentaglio la propria vita per garantire la sicurezza privata e collettiva, come la cronaca – anche recente – ha tristemente dimostrato. La cooperazione tra forze di polizia e magistratura funziona ed i brillanti risultati investigativi ne costituiscono chiara testimonianza. È chiaro che una maggiore disponibilità di uomini e mezzi potrebbe garantire un più efficace presidio del territorio ed una ancora più capillare attività di controllo e di prevenzione. Per questo è indispensabile una costante attenzione da parte del Governo, nella consapevolezza che la sicurezza incide direttamente sulla qualità della vita, sul benessere delle persone e sullo sviluppo della società e dell’economia. In una fase di particolare criticità, la presenza dell’esercito può contribuire a deflazionare i compiti di vigilanza degli obiettivi fissi, consentendo di restituire risorse preziose al controllo del territorio ed alle attività investigative. Ma non si tratta certo di un intervento risolutivo.
Continuiamo a credere che il modello su cui investire sia quello di una sicurezza civile e partecipata, peraltro chiaramente delineato dal legislatore.
Affinché il nostro impegno possa essere più efficace serve, però, una maggiore collaborazione anche da parte dei cittadini, ancora eccessivamente restii a denunciare ed a dialogare con le forze dell’ordine. Si tratta di un contributo indispensabile per garantire il corretto e tempestivo avvio delle indagini, soprattutto perché gli elementi che un testimone oculare è in grado di fornire non possono essere sostituiti nemmeno dal migliore degli investigatori.
Non bastano più le sterili indignazioni che si susseguono all’esito di ogni sparatoria, di ogni uccisione, delle troppe innocenti “vittime del caso”, che pesano sulla coscienza di tutti. Serve, invece, che ciascuna componente della società civile ed ogni singola parte delle istituzioni si faccia integralmente carico dei propri compiti e delle proprie responsabilità, in modo da giocare il ruolo che le compete in questa articolata e difficile partita.
Ed ancora, tema scottante resta quello della (in)certezza della pena, che contribuisce ad alimentare un clima di incertezza nella collettività, compromettendo i vincoli di solidarietà di cui il nostro lavoro ha invece assoluto bisogno.
Roma, 23 aprile 2016
Lorena LA SPINA
(ANSA) – ROMA, 23 APR – Sparatoria a Napoli: Anfp, più collaborazione da cittadini. “Il gravissimo episodio verificatosi ieri a Napoli, al rione Sanità, deve ancora una volta spingerci ad un riflessione approfondita sul modo in cui è necessario intervenire per il contrasto alla criminalità, organizzata e diffusa, in un contesto urbano di oggettiva complessità”. Lo dice Lorena La Spina, segretario nazionale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia. “A Napoli – spiega La Spina – le forze dell’ordine svolgono quotidianamente il proprio dovere con straordinaria abnegazione ed impegno, mettendo spesso a repentaglio la propria vita per garantire la sicurezza privata e collettiva, come la cronaca, anche recente, ha tristemente dimostrato. Affinché il nostro impegno possa essere più efficace – sottolinea – serve, però, una maggiore collaborazione anche da parte dei cittadini, ancora eccessivamente restii a denunciare ed a dialogare con le forze dell’ordine”. Non bastano più, per il segretario dell’Anfp, “le sterili indignazioni che si susseguono all’esito di ogni sparatoria, di ogni uccisione, delle troppe innocenti ‘vittime del caso’, che pesano sulla coscienza di tutti. Serve, invece, che ciascuna componente della società civile ed ogni singola parte delle istituzioni si faccia integralmente carico dei propri compiti e delle proprie responsabilità, in modo da giocare il ruolo che le compete in questa articolata e difficile partita”. (ANSA).