82-57agenzie-lulio-2015Roma, 1° agosto –  Ha fatto il giro del web e ha avuto l’onore delle prime pagine dei quotidiani l’immagine di quell’abbraccio tra un agente del Reparto mobile e una donna che manifestava venerdì scorso a Taranto per la delicata questione dell’Ilva.
Ha emozionato noi per primi ascoltare le parole di quella donna, una mamma che piangeva un figlio, quando ha detto all’agente, visibilmente commosso e partecipe per aver lottato contro la malattia: “Io lo so che siete anche voi con noi, lo so. Perché siete padri, fratelli, siete come gli operai dell’Ilva: portate il pane a casa. Poveri cristi, come noi”.  Sono parole potenti che dimostrano che il nostro servizio quotidiano svolto con senso di responsabilità e sacrificio viene apprezzato dai cittadini che ci riconoscono quali cittadini impegnati in prima linea a garantire i diritti e le libertà di tutti, quella a esprimere le proprie idee come quella ad essere tutelati anche dagli eccessi dei professionisti del disordine. Ricordano, e lasceranno un segno, quanto quelle che scrisse Pasolini dopo i fatti di Valle Giulia, quando volle ricordare ai figli di papà: “i ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo avete bastonato appartengono all’altra classe sociale”. Noi aggiungiamo alle parole dell’intellettuale che i poliziotti appartengono alla classe dei comuni cittadini.
Sono passati più di 40 anni da allora, siamo una polizia moderna la cui vocazione democratica e il cui impegno civile è dimostrato nelle azioni e nella credibilità di cui godiamo anche a livello internazionale. Della nostra funzione e del cammino che abbiamo percorso siamo orgogliosi e ci conforta che opinione pubblica e stampa guardino a noi senza i pregiudizi riservati a italiani di serie B, incaricati di reprimere proteste e menare i manifestanti, ma come a cittadini, lavoratori, gente come loro, con gli stessi dolori e le stesse speranze, con la stessa consapevolezza del valore della democrazia, della giustizia e della solidarietà.

IL CORRIERE.IT

SICUREZZA LA SPINA ANFP LA POLIZIA E’ IN QUELL’ABBRACCIO CON LA MANIFESTANTE 9Colonne Roma 1 ago – Ha fatto il giro del web e ha avuto l’onore delle prime pagine dei quotidiani l’immagine di quell’abbraccio tra un agente del Reparto mobile e una donna che manifestava venerdi’ scorso a Taranto per la delicata questione dell’Ilva. Ha emozionato noi per primi – sottolinea in una nota il segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia Lorena La Spina – ascoltare le parole di quella donna una mamma che piangeva un figlio quando ha detto all’agente visibilmente commosso e partecipe per aver lottato contro la malattia Io lo so che siete anche voi con noi lo so. Perche’ siete padri fratelli siete come gli operai dell’Ilva portate il pane a casa. Poveri cristi come noi . Sono parole potenti – continua La Spina – che dimostrano che il nostro servizio quotidiano svolto con senso di responsabilita’ e sacrificio viene apprezzato dai cittadini che ci riconoscono quali cittadini impegnati in prima linea a garantire i diritti e le liberta’ di tutti quella a esprimere le proprie idee come quella ad essere tutelati anche dagli eccessi dei professionisti del disordine. Ricordano e lasceranno un segno quanto quelle che scrisse Pasolini dopo i fatti di Valle Giulia quando volle ricordare ai figli di papa’ i ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo avete bastonato appartengono all’altra classe sociale . Noi aggiungiamo alle parole dell’intellettuale che i poliziotti appartengono alla classe dei comuni cittadini. Sono passati piu’ di 40 anni da allora siamo una polizia moderna la cui vocazione democratica e il cui impegno civile e’ dimostrato nelle azioni e nella credibilita’ di cui godiamo anche a livello internazionale. Della nostra funzione e del cammino che abbiamo percorso siamo orgogliosi e ci conforta che opinione pubblica e stampa guardino a noi senza i pregiudizi riservati a italiani di serie B incaricati di reprimere proteste e menare i manifestanti ma come a cittadini lavoratori gente come loro con gli stessi dolori e le stesse speranze con la stessa consapevolezza del valore della democrazia della giustizia e della solidarieta’.