82-57agenzie-lulio-2015Domani ricorre il trentunesimo anniversario dell’assassinio di Antonino Cassarà, Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato, vice dirigente della Squadra Mobile di Palermo, stretto collaboratore di Giovanni Falcone nel pool antimafia della Procura del capoluogo siciliano, e dell’agente di scorta Roberto Antiochia.
Il modo migliore per onorare la loro memoria non è certo quello di celebrarli una volta l’anno in occasione della dolorosa ricorrenza: la passione civile e il senso dello Stato che ha animato e guidato le loro azioni devono essere fondamento per un rinnovato e quotidiano impegno che coinvolga istituzioni, governo, società, cittadini.
Nessuno pensi che la mafia sia stata debellata: l’ultima relazione semestrale della Dia sottolinea quanto le cosche siano ancora attive nel pizzo e nell’usura, nella forza di infiltrazione nel settore delle opere pubbliche, stringendo rapporti collusivi con imprenditori spregiudicati, cui fa comodo la forza intimidatrice della criminalità per eliminare la concorrenza. E perciò le famiglie mafiose sono ancora in grado di esercitare un forte condizionamento e sfruttamento del tessuto socio-economico ed amministrativo, con logiche parassitarie e corruttive, funzionali all’acquisizione di risorse e di posizioni di privilegio, spesso favorite da condizioni di disagio sociale.
Il sacrificio dei tanti caduti per la legalità, la sicurezza e la democrazia ci ricorda che il crimine organizzato e le sue ramificazioni profonde, in un tessuto sociale solo apparentemente sano, ma in realtà esposto ai veleni mafiosi, a quelli del disordine e della corruzione, non possono essere sottovalutati, ma devono essere combattuti con ogni possibile mezzo e con l’indispensabile coesione interistituzionale.

ANTONINO CASSARA’ LA SPINA ANFP ONORARNE MEMORIA CON RINNOVATO IMPEGNO QUOTIDIANO 9Colonne Roma 5 ago – Domani ricorre il trentunesimo anniversario dell’assassinio di Antonino Cassara’ Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato vice dirigente della Squadra Mobile di Palermo stretto collaboratore di Giovanni Falcone nel pool antimafia della Procura del capoluogo siciliano e dell’agente di scorta Roberto Antiochia. Il modo migliore per onorare la loro memoria – afferma in una nota Lorena La Spina segretario nazionale dell’Associazione funzionari di polizia – non e’ certo quello di celebrarli una volta l’anno in occasione della dolorosa ricorrenza la passione civile e il senso dello Stato che ha animato e guidato le loro azioni devono essere fondamento per un rinnovato e quotidiano impegno che coinvolga istituzioni governo societa’ cittadini. Nessuno pensi che la mafia sia stata debellata l’ultima relazione semestrale della Dia sottolinea quanto le cosche siano ancora attive nel pizzo e nell’usura nella forza di infiltrazione nel settore delle opere pubbliche stringendo rapporti collusivi con imprenditori spregiudicati cui fa comodo la forza intimidatrice della criminalita’ per eliminare la concorrenza. E percio’ le famiglie mafiose sono ancora in grado di esercitare un forte condizionamento e sfruttamento del tessuto socio-economico ed amministrativo con logiche parassitarie e corruttive funzionali all’acquisizione di risorse e di posizioni di privilegio spesso favorite da condizioni di disagio sociale. Il sacrificio dei tanti caduti per la legalita’ la sicurezza e la democrazia ci ricorda che il crimine organizzato e le sue ramificazioni profonde in un tessuto sociale solo apparentemente sano ma in realta’ esposto ai veleni mafiosi a quelli del disordine e della corruzione non possono essere sottovalutati ma devono essere combattuti con ogni possibile mezzo e con l’indispensabile coesione interistituzionale.

Funzionari Ps,morte Cassarà ricorda che mafia non è fInita (ANSA) – ROMA, 5 AGO – Il modo migliore per onorare la memoria delle vittime della mafia, come domani l’anniversario dell’assassinio di Antonino Cassarà, Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato, stretto collaboratore di Giovanni Falcone nel pool antimafia della Procura del capoluogo siciliano, e dell’agente di scorta Roberto Antiochia è ricordare che Cosa Nostra non è morta. Lo sostiene l’associazione Funzionari di Polizia secondo cui “la passione civile e il senso dello Stato che ha animato e guidato le loro azioni devono essere fondamento per un rinnovato e quotidiano impegno che coinvolga istituzioni, governo, società, cittadini”. “Nessuno pensi che la mafia sia stata debellata – sottolinea l’associazione – l’ultima relazione semestrale della Dia dimostra quanto le cosche siano ancora attive nel pizzo e nell’usura, nella forza di infiltrazione nel settore delle opere pubbliche, stringendo rapporti collusivi con imprenditori spregiudicati, cui fa comodo la forza intimidatrice della criminalità per eliminare la concorrenza. E perciò le famiglie mafiose sono ancora in grado di esercitare un forte condizionamento e sfruttamento del tessuto socio-economico ed amministrativo, con logiche parassitarie e corruttive, funzionali all’acquisizione di risorse e di posizioni di privilegio, spesso favorite da condizioni di disagio sociale”. “Il sacrificio dei tanti caduti per la legalità, la sicurezza e la democrazia – concludono i Funzionari di Polizia – ci ricorda che il crimine organizzato e le sue ramificazioni profonde, in un tessuto sociale solo apparentemente sano, ma in realtà esposto ai veleni mafiosi, a quelli del disordine e della corruzione, non possono essere sottovalutati, ma devono essere combattuti con ogni possibile mezzo e con l’indispensabile coesione interistituzionale”.(ANSA).