La satira di Charlie Hebdo non ha ritenuto di risparmiare nemmeno le vittime del terremoto del Centro Italia e ha pubblicato una vignetta dal titolo ‘Terremoto all’italiana’, che mostra due persone insanguinate e altre sepolte a strati, come se fossero il ripieno della pasta, con la dicitura: ‘Penne al sugo di pomodoro, penne gratinate, lasagne’. Alle critiche e alle prese di distanza in Francia e in Italia, il giornale che fu oggetto di una strage sanguinosa nel dicembre 2015, ha risposto con un altro disegno online: “Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, ma la Mafia”.
Quelli come noi che hanno come missione la responsabilità e il compito di garantire, perfino con la vita, le libertà tutte, a cominciare da quella di espressione, sono legittimamente autorizzati a ricordare che a quel diritto corrisponde anche il dovere del rispetto degli altri, della loro dignità e del loro dolore.
Non c’è vocazione alla provocazione e alla polemica che possa trasformare il torto nel diritto a offendere vittime innocenti. E non c’è estro creativo che permetta la speculazione sui morti grazie al ricorso a stereotipi e a pregiudizi ingiusti, stupidi e vergognosi.