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merc 6 maggio
I nostri conti sono giusti, il sottosegretario Mantovano usi il righello e la penna rossa come abbiamo fatto noi, così si accorgerà che le nostre critiche sono precise e fondate.
E’ infatti sufficiente che, come abbiamo fatto noi, confronti le previsioni di spesa del 2008 con il 2009 del Dipartimento della Pubblica sicurezza per vedere quanto ci sarà in cassa nel 2009. Inoltre, e’ vero le ronde non prenderanno soldi dallo Stato, ma dai comuni finanziati dal Governo sì. Tra l’altro i Comuni di Verona e Milano hanno già annunciato d’aver stanziato per le ronde rispettivamente 100 mila e 300 mila euro.
Il precedente Governo andava da comuni, regioni e province ottenendo fondi – vedi Patti sicurezza Torino, Reggio Calabria, e Milano – per soddisfare le esigenze di funzionamento della polizia, oggi, invece, si prendono i soldi della polizia per darli ai comuni per far controllare il territorio a dei comuni cittadini.
Alle obiezioni di Mantovano rispondiamo che:
E’ vero che sono stati stanziati 100 mln per l’assunzione di circa 2 mila uomini per le forze dell’ordine, ma il Sottosegretario omette di dire che il precedente Governo, nella finanziaria 2008, stanziò 200 mln per assumere 4 mila agenti.
E’ vero che ci sono altri 100 mln per la spesa corrente, ma provengono dai sequestri alle organizzazioni mafiose. Nella relazione al Parlamento sui beni sequestrati o confiscati è chiaramente scritto che viene definitivamente acquisito allo Stato solo 11% di quanto si sequestra alle mafie.
Il ministro Maroni nel corso di una riunione con tutti i sindacati l’8 aprile scorso ha detto: il denaro sequestrato ammonta ad oltre 300 milioni mentre sono 14,5 i mln di euro definitivamente confiscati.
Dunque i fondi provenienti dai sequestri sono una bolla tossica poiché circa 90% dovranno essere restituiti a sentenze definitive.
La polemica potrebbe continuare all’infinito ma è tempo di costruire un valido sistema di sicurezza, perciò chiediamo a Maroni ed al Governo di stralciale la norma sulle ronde ed approfondire i pro ed i contro.

5 maggio
“Cambiali” al Dipartimento della Pubblica Sicurezza e “soldi veri” per le ronde. E’ la denuncia dell’Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp) che oggi è scesa in piazza a Montecitorio assieme agli altri sindacati di polizia per contestare alcune norme contenute nel provvedimento sulla sicurezza all’esame della Camera.
“I cittadini e il Parlamento sappiano che alla sicurezza si tolgono soldi veri e si danno fondi tossici – dice il segretario dell’Anfp, Enzo Marco Letizia – Tra le pieghe del bilancio dello Stato si scopre infatti che il governo ha tolto 560 milioni al Dipartimento della pubblica sicurezza nel 2009 e allo stesso tempo ha dato 100 milioni ai sindaci per finanziare associazioni di volontariato che altro non sono che le ronde”. In questo modo, prosegue Letizia, “si disarticola il sistema nazionale delle forze di polizia ed il Dipartimento, per la prevenzione e la lotta al crimine”.
Per “riparare il danno”, dicono ancora i funzionari di polizia, si provvederà con i soldi sequestrati alla criminalità organizzata, circa 150 milioni. “Ma ci si dimentica di dire che quando le sentenze di sequestro di beni e denaro saranno definitive, solo l’11% viene confiscato definitivamente e rimane in cassa. Dunque paradossalmente
dovremmo addirittura restituire i soldi alle mafie”. Si tratta insomma, conclude Letizia, di una “situazione inaccettabile per un paese civile e democratico, alla quale siamo certi il Parlamento saprà porre rimedio”.

Mantovano risponde: ”Mi pare che queste critiche non trovino fondamento”. Cosi’ il sottosegretario all’Intermo Alfredo Mantovano commenta la protesta dell’associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp) che oggi, insieme ad altri sindacati di categoria, e’ scesa in piazza per contestare alcune norme contenute nel ddl sulla sicurezza. Riferendosi ai fondi che verrebbero destinati alle ronde, Mantovano ha affermato che ”la questione non e’ in questi termini: basta leggere il dettato del ddl per accorgersi – ha rilevato – che per le associazioni di volontari chiamate a svolgere una attività sussidiaria di segnalazione, vi e’ l’esplicita preclusione ad ottenere fondi da parte dello Stato, mentre il decreto legge convertito dal Senato a fine aprile contiene – ha concluso – 200 milioni immediatamente disponibili sia per nuove assunzioni per le forze di polizia sia per la cosidetta spesa corrente”.

4 maggio
Dopo aver confrontato, tra le pieghe, il bilancio di previsione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del 2008 e 2009, incrociando i dati con la previsione di cassa dell’anno in corso, sono rimasto basito!
Da un anno all’altro sono stati tagliati 560 milioni di euro.
E’ quasi pleonastico dirvi che il peso maggiore ricadrà sulle spalle dei Funzionari di Polizia, chiamati quotidianamente a garantire i servizi di controllo del territorio, di polizia giudiziaria, di ordine pubblico, come  quelli ferroviari, postali, stradali e di frontiera, con mezzi, strumenti e personale sempre più insufficienti. La tensione e la demotivazione in qualsiasi ufficio sta aumentando da tempo.
Poi, se confrontiamo quanto è stato messo sul “tavolo contrattuale” per il biennio economico 2008/2009 con quello 2006/2007, scopriamo che l’attuale maggioranza concede solo 580 milioni di euro, pari ad un incremento medio di circa 60 euro mensili, mentre la precedente maggioranza, tanto svillaneggiata, aveva messo nel “piatto” 1080 milioni di euro.
Perciò, ho maturato la convinzione che occorre reagire con fermezza alle “promesse da marinaio” fatte agli uomini della sicurezza in campagna elettorale.
Siamo figli di ogni opposizione ed orfani di qualsiasi governo, ed alcune volte veniamo proprio abbandonati.
Più volte abbiamo richiesto che venissero adeguate ai Dirigenti le indennità di reperibilità, missione forfetaria e di trasferimento, così pure abbiamo rivendicato il riordino della carriera, ma il Ministro ha fatto “orecchie da mercante”.
Ma non possiamo consentire che la nostra Istituzione venga “dissanguata”, sull’indennità di O.P., lo straordinario, le spese telefoniche, sull’armamento, le missioni, la manutenzione degli automezzi, il contrasto alla criminalità, le spese per i collaboratori di giustizia, il fitto dei commissariati ecc. per dare 100 milioni di euro a pioggia alla fantasia dei sindaci ed alle associazione di ronde.
Il taglio di fondi vitali mostra che le esigenze della Polizia di Stato per garantire una sicurezza vera, assicurata dall’Agente al Dirigente Generale non è solo una priorità di questo governo.

Perciò è giunto il tempo dell’azione!

Martedì 5 maggio dalle ore 9,30 alle 13,00 le segreterie nazionali del c.d. cartello, di cui facciamo parte, manifesteranno a Piazza Montecitorio, mentre in tutte le Questure d’Italia si terranno assemblee in contemporanea dalle ore 11 alle 13 (mutuando l’esperienza fatta dall’Associazione nel feb/mar. 2003) per dare un forte segnale di determinazione e di compattezza degli uomini e delle donne della Polizia di Stato per il bene del Paese.

 

Leggi l’Espresso di venerdì 15 maggio, pg. 6:

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