Il presidio di oggi intende evidenziare gli effetti paradossali che il blocco economico, stabilito dall’art. 9, co. 1 e 21 del d.l. n. 78/2010, ha prodotto nei confronti dei funzionari – dirigenti e direttivi – della Polizia di Stato.
I funzionari della Polizia di Stato gestiscono le più alte responsabilità in materia di ordine e sicurezza pubblica: solo essi possono ricoprire l’incarico di Autorità Provinciale o Locale di Pubblica Sicurezza.
Chiediamo che sia finalmente riconosciuta nei fatti la “specificità” stabilita per i Comparti Sicurezza e Difesa dall’art. 19 della l. 4 novembre 2010, n. 183,
Per il Comparto Sicurezza, rispetto alla P.A. nel suo insieme, gli effetti del blocco sono resi ulteriormente pregiudizievoli dalla peculiare struttura del trattamento economico, basata in prevalenza proprio sulla progressione di carriera e sull’anzianità, con un diverso peso del trattamento fisso rispetto alle indennità accessorie.
I principi di eguaglianza e buon andamento, di cui agli artt. 3 e 97 Cost., sono compromessi dalla presenza, all’interno dell’Amministrazione della PS, di dipendenti che svolgono la stessa attività, ricoprono la medesima qualifica ed hanno analoghe responsabilità, ma hanno maturato – per effetto di anzianità o promozione – una progressione di carriera in tempi diversi e percepiscono, per effetto del blocco, trattamenti economici fortemente difformi e sperequati.
Siamo oggi qui non per ottenere aumenti, ma per la restituzione di quanto ci è stato ingiustamente negato per ben quattro anni a causa del blocco, a dispetto delle maggiori responsabilità connesse all’anzianità maturata ed alle promozioni conseguite.
Le spese per le retribuzioni della P.A. sono assolutamente in linea con quelle della media degli altri Paesi industrializzati e sono inferiori rispetto a Francia (caratterizzata da una P.A. “forte”), Spagna, Stati Uniti e Gran Bretagna.

Continua a mancare nel nostro Paese un’attenta distinzione dei livelli retributivi e delle posizioni economiche, colpendo indiscriminatamente proprio le retribuzioni più deboli e maggiormente provate dalla perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, derivante dal blocco economico protratto per ben quattro anni.

Per giunta, il sistema delle proroghe annuali contraddice di fatto l’eccezionalità e la temporaneità delle misure a suo tempo disposte, determinando grave incertezza e forte demotivazione tra tutti gli operatori delle Forze di polizia.
All’interno della Polizia di Stato, il ruolo dirigenziale e quello direttivo, sui cui indiscutibilmente gravano le maggiori responsabilità, subisce in misura ancora più pesantemente negativa gli effetti del blocco. I funzionari percepiscono spesso retribuzioni inferiori ed indennità analoghe o inferiori a quelle del personale dei restanti ruoli, che pure sono chiamati a coordinare. Ci sono oggi Questori che, per effetto del blocco, hanno uno stipendio più basso di quello dei loro Vicari e Dirigenti che, a seguito della promozione e nonostante le ben maggiori responsabilità connesse ai nuovi incarichi, guadagno meno di funzionari direttivi con maggiore anzianità.
La politica dei tagli lineari in questi anni ha:
determinato una grave carenza di organico con il blocco del turn over;
compromesso fortemente le risorse strumentali indispensabili per svolgere il nostro lavoro;
assestato un colpo durissimo alla fiducia ed alla motivazione di tutto il personale, cui si continuano a richiedere sacrifici, aggravati dalle sempre più difficili condizioni operative, senza alcun concreto riconoscimento.

E’ necessaria un’immediata inversione di tendenza:
la sicurezza non è un costo da tagliare, ma un fondamentale fattore per la ripresa economica del nostro Paese, su cui bisogna investire, a cominciare dal dovuto riconoscimento economico per tutti coloro che ogni giorno, nonostante le grandi difficoltà in cui sono chiamati ad operare, assicurano abnegazione e impegno, a tutela della collettività e delle sue Istituzioni.