L’approvazione in prima lettura alla Camera dei Deputati dell’emendamento all’A.C. 2308, contenuto nel decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, rappresenta un punto di svolta nell’ordinamento sindacale del Comparto Sicurezza e Difesa. Una norma che, pur riferendosi formalmente alle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari (APCSM), assume un significato ben più ampio: afferma con forza il principio della piena e legittima rappresentanza sindacale di tutte le figure dirigenziali in uniforme, anche in contesti normativi differenti, e accelera concretamente i tempi per l’avvio delle trattative per il primo contratto della dirigenza del Comparto Sicurezza e Difesa.

L’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, pur non direttamente interessata dalle disposizioni dell’articolo 7-quater, guarda con favore a ogni iniziativa volta a rafforzare la dignità e l’efficacia della rappresentanza sindacale. Perché siamo convinti che una democrazia matura e solida si fondi proprio sulla possibilità, per ogni categoria professionale, di essere ascoltata, riconosciuta e tutelata nei luoghi in cui si decidono diritti, doveri, risorse e futuro.

La norma approvata in prima lettura rimuove, finalmente, ogni ostacolo tecnico, giuridico e politico che fino ad oggi ha impedito l’apertura delle trattative per il primo contratto della dirigenza di polizia. È un passaggio decisivo: ora, appena approvato il decreto PA al Senato, nulla ostacola più l’avvio, senza ulteriori rinvii, di quel tavolo negoziale atteso da anni e fondamentale per definire il trattamento giuridico ed accessorio di una categoria che porta sulle proprie spalle la responsabilità operativa, gestionale e istituzionale della sicurezza pubblica.

Nel contempo, il riconoscimento dell’aspettativa sindacale non retribuita e l’equiparazione del distacco sindacale agli effetti giuridici della stessa colmano un vuoto normativo che limitava la piena agibilità sindacale, soprattutto per i dirigenti militari, che ancora non avevano lo strumento normativo attuativo di questa fondamentale prerogativa, ma anche per le organizzazioni sindacali delle Forze di polizia a ordinamento civile, che pur avendo questo strumento attuativo, cioè il decreto del Ministro della Funzione pubblica 2 marzo 2018, ne avrebbero potuto beneficiare solo in un contesto unitario di tutte le componenti civili e militari del comparto.

Anche in questo si riafferma una visione inclusiva e rispettosa della funzione di rappresentanza, che non può essere penalizzata né ostacolata, ma semmai valorizzata come servizio alla collettività.

Per l’ANFP questa è la direzione giusta: fare spazio al confronto, rendere effettiva la contrattazione, riconoscere il valore del dialogo. E siamo pronti, come sempre, a fare la nostra parte per garantire ai dirigenti di polizia ciò che meritano: condizioni di lavoro eque, retribuzioni adeguate e, soprattutto, rispetto.

In questo contesto, è fondamentale ribadire che solo una visione unitaria delle rappresentanze può dare forza e legittimità alla battaglia per il contratto. L’unità non è un’opzione tattica, ma un dovere strategico per tutelare il ruolo e la dignità dell’intera categoria.

 

Roma, 24 aprile 2025

IL SEGRETARIO NAZIONALE

ENZO MARCO LETIZIA

 

Editoriale 24 aprile