È con profondo rammarico che ci vediamo costretti a rilevare l’ennesima strumentalizzazione – per finalità esclusivamente politiche – dell’ordinaria attività svolta dalla Polizia di Stato a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Soltanto un giorno dopo il grave episodio accaduto a Roma in occasione della manifestazione promossa dagli Amministratori locali contro l’Autonomia Differenziata, esponenti politici hanno stigmatizzato l’operato della Polizia di Stato in occasione dell’iniziativa commemorativa promossa in ricordo dell’attivista e blogger russo Alexei Navalny, tragicamente scomparso il 16 febbraio scorso mentre si trovava in stato di detenzione in una prigione di massima sicurezza in Russia.

Ebbene, ci sembra superfluo rimarcare come l’identificazione dei partecipanti ad un’iniziativa pubblica costituisca null’altro che un adempimento da sempre condotto dalle Forze di Polizia che peraltro, proprio in occasioni di eventi particolarmente sentiti e delicati, come quello in argomento, è finalizzata prioritariamente alla tutela degli stessi partecipanti alle manifestazioni.

Prioritariamente, peraltro, l’attività è funzionale anche alla compiuta identificazione del soggetto  che, di fronte all’Autorità di p.s., si fa carico di promuovere l’iniziativa soprattutto quando, come nell’occasione specifica, il soggetto non aveva fornito tutti i dettagli necessari nel modulo di preavviso.

Ma vieppiù, non è rado che tale attività consenta di individuare per tempo eventuali soggetti intenzionati a creare turbative all’evento o, financo, a realizzare nella circostanza azioni delittuose, perché d’opposta fazione politica o, più genericamente, in totale disaccordo con i temi oggetto della manifestazione.

Si tratta, a ben vedere, di una considerazione che ben si attaglia al caso di specie, trattandosi di un’iniziativa potenzialmente idonea a generare episodi, anche violenti, di contrapposizione, vertendo su una vicenda particolarmente sentita e cara quasi a tutto il mondo Occidentale ma inevitabilmente, al tempo stesso, apertamente critica nei confronti del Governo di un Paese straniero che, peraltro, dispone di una Rappresentanza Consolare proprio nella città di Milano.

E peraltro, ci spiace doverlo nuovamente ribadire, tale attività di identificazione – lungi dal costituire, come detto e riportato da alcuni organi di stampa, una “schedatura”, termine che più si addice ad esperienze politiche con cui il Paese ha da tempo chiuso i conti – non ha alcuna conseguenza o seguito di carattere amministrativo né tantomeno giudiziario.

A chiusura, ci sembra ultroneo ricordare tutte le occasioni in cui una casuale identificazione condotta anche in occasione di una mera attività di controllo del territorio hanno consentito di assicurare alla giustizia pericolosi criminali o di prevenire un’atto di terrorismo.

Ancora una volta, chiediamo: non tirateci per la giacca. Così in una nota Enzo Letizia, Segretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia.


Roma, 20 feb. (Labitalia) – Funzionari di Polizia: ‘Identificazioni, attività ordinaria, non strumentalizzare’.

“È con profondo rammarico che ci vediamo costretti a rilevare l’ennesima strumentalizzazione, per finalità esclusivamente politiche, dell’ordinaria attività svolta dalla Polizia di Stato a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Soltanto un giorno dopo il grave episodio accaduto a Roma in occasione della manifestazione promossa dagli amministratori locali contro l’autonomia differenziata, esponenti politici hanno stigmatizzato l’operato della Polizia di Stato in occasione dell’iniziativa commemorativa promossa in ricordo dell’attivista e blogger russo Alexei Navalny, tragicamente scomparso il 16 febbraio scorso mentre si trovava in stato di detenzione in una prigione di massima sicurezza in Russia”. Così in una nota Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia.
“Ci sembra superfluo rimarcare come l’identificazione dei partecipanti ad un’iniziativa pubblica costituisca null’altro che un adempimento da sempre condotto dalle Forze di Polizia che peraltro, proprio in occasioni di eventi particolarmente sentiti e delicati, come quello in argomento, e’ finalizzata prioritariamente alla tutela degli stessi partecipanti alle manifestazioni. Prioritariamente, peraltro – spiega – l’attività è funzionale anche alla compiuta identificazione del soggetto che, di fronte all’Autorita’ di pubblica sicurezza, si fa carico di promuovere l’iniziativa soprattutto quando, come nell’occasione specifica, il soggetto non aveva fornito tutti i dettagli necessari nel modulo di preavviso. Ma non e’ rado che tale attività consenta di individuare per tempo eventuali soggetti intenzionati a creare turbative all’evento o, financo, a realizzare nella circostanza azioni delittuose, perché d’opposta fazione politica o, piu’ genericamente, in totale disaccordo con i temi oggetto della manifestazione”.
“Si tratta, a ben vedere, di una considerazione che ben si attaglia al caso di specie – osserva Letizia – trattandosi di un’iniziativa potenzialmente idonea a generare episodi, anche violenti, di contrapposizione, vertendo su una vicenda particolarmente sentita e cara quasi a tutto il mondo Occidentale ma inevitabilmente, al tempo stesso, apertamente critica nei confronti del Governo di un Paese straniero che, peraltro, dispone di una Rappresentanza Consolare proprio nella città di Milano. E peraltro, ci spiace doverlo nuovamente ribadire, tale attività di identificazione, lungi dal costituire, come detto e riportato da alcuni organi di stampa, una ‘schedatura’, termine che piu’ si addice ad esperienze politiche con cui il Paese ha da tempo chiuso i conti, non ha alcuna conseguenza o seguito di carattere amministrativo né tantomeno giudiziario”. Infine “ci sembra ultroneo ricordare tutte le occasioni in cui una casuale identificazione condotta anche in occasione di una mera attività di controllo del territorio hanno consentito di assicurare alla giustizia pericolosi criminali o di prevenire un’atto di terrorismo. Ancora una volta, chiediamo: non tirateci per la giacca”, conclude il segretario Anfp.


 

ROMA, 19 FEB -(ANSA) – Navalny: Funzionari Polizia, identificazione non è schedatura ‘No alle strumentalizzazioni politiche ‘ .

“L’identificazione dei partecipanti ad un’iniziativa pubblica costituisce null’altro che un adempimento da sempre condotto dalle Forze di polizia che peraltro, proprio in occasioni di eventi particolarmente sentiti e delicati, come quello in argomento, e’ finalizzata prioritariamente alla tutela degli stessi partecipanti alle manifestazioni”. Così Enzo Letizia segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, in merito alle polemiche per l’identificazione di alcune persone che a Milano manifestavano per Alexei Navalny. Letizia parla di “ennesima strumentalizzazione – per finalità esclusivamente politiche – dell’ordinaria attività svolta dalla Polizia di Stato a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica” e ricorda che “prioritariamente, peraltro, l’attività e’ funzionale anche alla compiuta identificazione del soggetto che, di fronte all’Autorita’ di p.s., si fa carico di promuovere l’iniziativa soprattutto quando, come nell’occasione specifica, il soggetto non aveva fornito tutti i dettagli necessari nel modulo di preavviso”. “Ma vieppiù – prosegue – non e’ rado che tale attivita’ consenta di individuare per tempo eventuali soggetti intenzionati a creare turbative all’evento o, financo, a realizzare nella circostanza azioni delittuose, perché d’opposta fazione politica o, piu’ genericamente, in totale disaccordo con i temi oggetto della manifestazione”. Questa attività di identificazione, afferma ancora il segretario dell’Anfp, “lungi dal costituire, come detto e riportato da alcuni organi di stampa, una ‘schedatura’, termine che piu’ si addice ad esperienze politiche con cui il Paese ha da tempo chiuso i conti – non ha alcuna conseguenza o seguito di carattere amministrativo ne’ tantomeno giudiziario. Ancora una volta, chiediamo: non tirateci per la giacca”.


 

Roma, 19 feb. – (Adnkronos)- Letizia: non è ‘schedatura’ e non ha conseguenze o seguito di carattere amministrativo né giudiziario.

“È con profondo rammarico che ci vediamo costretti a rilevare l’ennesima strumentalizzazione, per finalità esclusivamente politiche, dell’ordinaria attività svolta dalla Polizia di Stato a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Soltanto un giorno dopo il grave episodio accaduto a Roma in occasione della manifestazione promossa dagli amministratori locali contro l’autonomia differenziata, esponenti politici hanno stigmatizzato l’operato della Polizia di Stato in occasione dell’iniziativa commemorativa promossa in ricordo dell’attivista e blogger russo Alexei Navalny, tragicamente scomparso il 16 febbraio scorso mentre si trovava in stato di detenzione in una prigione di massima sicurezza in Russia”. Così in una nota Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia.
“Ci sembra superfluo rimarcare come l’identificazione dei partecipanti ad un’iniziativa pubblica costituisca null’altro che un adempimento da sempre condotto dalle Forze di Polizia che peraltro, proprio in occasioni di eventi particolarmente sentiti e delicati, come quello in argomento, è finalizzata prioritariamente alla tutela degli stessi partecipanti alle manifestazioni. Prioritariamente, peraltro – spiega – l’attività è funzionale anche alla compiuta identificazione del soggetto che, di fronte all’Autorità di pubblica sicurezza, si fa carico di promuovere l’iniziativa soprattutto quando, come nell’occasione specifica, il soggetto non aveva fornito tutti i dettagli necessari nel modulo di preavviso. Ma non è rado che tale attività consenta di individuare per tempo eventuali soggetti intenzionati a creare turbative all’evento o, financo, a realizzare nella circostanza azioni delittuose, perché d’opposta fazione politica o, piu’ genericamente, in totale disaccordo con i temi oggetto della manifestazione”.
“Si tratta, a ben vedere, di una considerazione che ben si attaglia al caso di specie – osserva Letizia – trattandosi di un’iniziativa potenzialmente idonea a generare episodi, anche violenti, di contrapposizione, vertendo su una vicenda particolarmente sentita e cara quasi a tutto il mondo Occidentale ma inevitabilmente, al tempo stesso, apertamente critica nei confronti del Governo di un Paese straniero che, peraltro, dispone di una Rappresentanza Consolare proprio nella città di Milano. E peraltro, ci spiace doverlo nuovamente ribadire, tale attività di identificazione, lungi dal costituire, come detto e riportato da alcuni organi di stampa, una ‘schedatura’, termine che più si addice ad esperienze politiche con cui il Paese ha da tempo chiuso i conti, non ha alcuna conseguenza o seguito di carattere amministrativo ne’ tantomeno giudiziario”. Infine “ci sembra ultroneo ricordare tutte le occasioni in cui una casuale identificazione condotta anche in occasione di una mera attività di controllo del territorio hanno consentito di assicurare alla giustizia pericolosi criminali o di prevenire un’atto di terrorismo. Ancora una volta, chiediamo: non tirateci per la giacca”, conclude il segretario Anfp.