Nell’ambito dell’esame congiunto abbiamo ribadito le criticità connesse al taglio dell’organico che ha inciso sensibilmente sui Funzionari di Polizia, le cui unità sono destinate a passare da 4.500 a 3.700, riducendo di 51 posti quelli relativi alla qualifica di Primo Dirigente, di 300 posti nelle qualifiche di Vice Questore/Vice questore Aggiunto e di 449 posti nelle qualifiche di Commissario Capo/Commissario/Vice Commissario, entro il 1° gennaio 2027. Tra l’altro il citato taglio organico graverà in modo particolare sugli Uffici territoriali.
Non si tratta solo di una questione relativa alla progressione di carriera dei funzionari di Polizia, bensì riguarda la risposta alla richiesta dei cittadini di un’efficiente tutela dei diritti e delle libertà, come dell’ordine e della sicurezza pubblica che solo una classe dirigente di polizia presente, preparata, motivata e con esperienza può garantire, essendo esse l’espressione dell’Autorità di Pubblica Sicurezza. Ove comunque è necessario considerare, altresì, le ricadute sulla mobilità del personale allorquando le rigidità del sistema saranno a regime.
La classificazione delle Questure basata su di un metodo scientifico e statistico con il quale sono state individuate le variabili relative alla superficie dei centri abitati, alla popolazione residente, ai relativi carichi di lavoro in tema di polizia di prevenzione, di polizia criminale, di polizia amministrativa, di ordine pubblico ed immigrazione, per la distribuzione delle risorse umane e la riorganizzazione dei posti di funzione, non ci ha mai convinto poiché riteniamo che per far fronte alle varie questioni connesse alla sicurezza delle provincie vadano tenute in debito conto gli equilibri sociali, lo sviluppo urbano, industriale ed economico, nonché la storia dei territori.
Infatti, occorre prendere atto che la cronaca ha messo in rilievo eventi che hanno turbato l’opinione pubblica, anche in territori ritenuti, secondo quegli indicatori, più sicuri. Inoltre, occorre considerare che il crimine organizzato non è più un fenomeno delle regioni del sud del Paese, come dimostrato dalle indagini di polizia giudiziaria, si è diffuso in tutto il territorio e nessuna provincia può ritenersi esente dalle infiltrazioni mafiose, le cui organizzazioni, tra l’altro, non sono più solo italiane.
Siamo convinti che solo attraverso una riduzione del taglio degli organici, si possano risolvere le problematiche segnalate dai colleghi in servizio presso le specialità, la polizia scientifica, gli uffici immigrazione e di frontiera, le questure, le scuole.
Oggi, a quasi 10 anni di distanza, finalmente si è presa coscienza che la sicurezza sia un architrave imprescindibile per la convivenza civile e lo sviluppo economico del Paese, che non può essere affidato a meri calcoli ragionieristici con i conseguenti tagli di personale. Infatti, il contesto socio-politico, in cui sono maturate la cd. Legge Madia e la revisione delle carriere, è radicalmente mutato.
La pandemia e la necessità di tutelare il PNRR hanno fatto prendere coscienza al legislatore di invertire le politiche di razionalizzazione in tema di sicurezza tanto che, con l’ultima legge di bilancio, è stato costituito un fondo per l’incremento delle dotazioni organiche delle forze di Polizia, che riteniamo debba essere ulteriormente finanziato anche in ragione dei venti di guerra nel cuore dell’Europa.
Al riguardo, il Capo della Polizia nel ribadire l’emanazione del decreto del Ministro sui posti di funzione si è impegnato sia a richiedere un maggiore stanziamento del fondo per l’incremento dell’organico sia a costituire nel breve periodo un gruppo di lavoro teso ad utilizzare le risorse già disponibili per le prime modifiche o integrazioni del provvedimento in esame.
Roma, 29 marzo 2022