Gentile Direttore,
come Nanni Moretti credo che le parole siano importanti: “Chi parla male pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste”.
Sempre più spesso mi ritorna in mente questa frase quando sento parlare (scrivere) sulle forze di polizia.
Accusare le donne e gli uomini in uniforme di essere razzisti è qualcosa di aberrante, di gravissimo. Perché, se fosse vero, un corpo in armi corrotto da tale morbo dovrebbe essere immediatamente sciolto. Senza se e senza ma. Se invece così non fosse, chi fa affermazioni tanto gravi dovrebbe pagarne le conseguenze. In un Paese di diritto così dovrebbe funzionare.
Chi scrive che le spiegazioni di un Questore della Repubblica sono inutili è una persona che scrive e pensa male. Perché, per carità, si può essere certamente in disaccordo sulle affermazioni di un rappresentante delle istituzioni, le si può criticare, confutare, ma bollarle come inutili è un gesto che nasconde il seme della antidemocraticità perché preclude alla possibilità del confronto.
Come Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, vorremmo poter dire che non ci piace sentirci sistematicamente ostaggio di strumentalizzazioni di natura politica, sentirci dire che un giorno siamo la Polizia di quel Ministro e quello dopo di un altro. Quando ero ragazzo mio nonno (vecchio Questore) trovò sul mio libro di storia la frase “la Polizia di Scelba e Tambroni”; prese una penna nera e la cancellò rabbiosamente tuonando “e dillo al tuo professore che la Polizia di Stato non può appartenere ad una persona perché appartiene allo Stato. È scritto nel nostro nome!”
Non siamo perfetti. Vorremmo esserlo. Ambiamo a diventarlo. Ma da qui a cercare disperatamente “il caso Floyd” italiano ce ne passa.
Vorrei che tutti facessero uno sforzo di memoria e ricordassero di come a Trieste chi aveva ucciso due agenti è stato catturato vivo dai colleghi di quei due poliziotti delle volanti che il Paese ribattezzò “figli delle stelle”. Oppure, rivedendo il video dell’altro giorno al Duomo, si provasse ad immaginare cosa sarebbe potuto accadere in un altro Paese.
La ringrazio e La saluto con sentimenti di stima e cordialità,
Girolamo Lacquaniti
Portavoce Associazione Nazionale Funzionari di Polizia

ARTICOLO LA STAMPA DEL 14 AGOSTO 2020