Signor Ministro,
la decisione del Governo di inserire nella legge di bilancio il taglio delle pensioni dei Funzionari di polizia, oltre che un’evidente violazione di diversi principi di legge, alcuni di rango costituzionale, è indice di un chiaro disconoscimento del ruolo svolto da questi servitori dello Stato, nella quotidiana tutela della sicurezza dei cittadini e nell’impegno, garantito anche a costo della propria incolumità personale, e a volte della stessa vita, sul fronte della lotta al terrorismo e alle organizzazioni mafiose.
La smentita della notizia secondo la quale il Governo intenderebbe abbassare la soglia di intervento a 3.500 euro netti appare, inoltre, poco convincente, perché, contemporaneamente a quella smentita, si è detto che con questo intervento si punta al reperimento di un miliardo di euro, cifra che a detta di tutti gli esperti non può essere reperita con una soglia fissata a 4.500 euro.
Le chiare pronunce di incostituzionalità sui tagli alle pensioni, adottate nel recente passato dal Giudice delle Leggi del nostro Paese, e gli stessi pareri di autorevoli esperti della materia, non sembrano scalfire la granitica volontà del Governo di fare cassa penalizzando chi ha sempre rispettato la legge, compresa quella che sancisce l’obbligo di andare in pensione ad un’età che garantisce, prima di ogni altra considerazione, funzionalità ed efficienza complessiva all’attività di polizia.
A quel Giudice noi ci rivolgeremo, signor Ministro, e a tutti gli altri organi preposti al controllo di legittimità, perché quei principi vengano rispettati, compreso quello della specificità, anche sul versante previdenziale, fissato dalla legge per i trattamenti economici e normativi delle Forze di polizia.
Per ora resta l’amarezza nel constatare che il Governo taglia le pensioni alle Forze di Polizia, in particolare alle donne ed agli uomini su cui gravavano o gravano le maggiori responsabilità per garantire la sicurezza ai cittadini ed al Paese.
Il Segretario Nazionale
Enzo Marco Letizia