604-14imagesAl Signor direttore Centrale per le Risorse Umane
Pref. Oscar Fioriolli

La difficile crisi economica che il nostro paese sta attraversando ci induce certamente a contenere gli eccessi di pretesa, ma non può tuttavia impedire di evidenziare l’assoluta iniquità che, ormai da tempo, caratterizza il trattamento economico riservato ai Funzionari di polizia. Categoria costretta dal proprio “connaturato” senso del dovere a lavorare spesso gratuitamente, oltre l’orario di servizio, assicurando costante reperibilità ben al di là delle cinque giornate al mese contrattualmente retribuibili, esposta di continuo (ancor più in questo particolare momento storico, in cui drammaticamente assistiamo all’acuirsi di pericolose tensioni sociali) a sacrifici, responsabilità, stress psicofisico e notevolissimi rischi anche per la propria incolumità personale assolutamente non equiparabili a quelli delle altre categorie del pubblico impiego. E’ appena il caso di dirlo, categoria impegnata nel conseguimento di importanti risultati così nel mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica come nella prevenzione e repressione dei reati, di cui saranno come sempre altri a farsi serenamente vanto.

A dispetto di quelle che dovrebbero costituire acquisizioni di elementare buon senso e che dovrebbero, conseguentemente, indurre a comprendere come la retribuzione del lavoro straordinario – specie in un contesto caratterizzato da un’allarmante e progressiva carenza di uomini e di mezzi – costituisca una risorsa indispensabile al fine di garantire continuità ad efficacia ai servizi di polizia, oltre che dovuta (benché comunque non del tutto equa!) remunerazione dell’attività lavorativa prestata dagli operatori del settore, le “logiche ragionieristiche” di alcuni “attenti burocrati” sembrano, per contro, prevalere nettamente rischiando di compromettere in modo definitivo la residuale operatività della Polizia di Stato con interpretazioni restrittive delle norme dell’ANQ.
Infatti, è sulla base del riconoscimento del “diritto alla successiva retribuzione delle ore di lavoro straordinario” , residuate nell’anno 2009, poiché non recuperate con riposi compensativi nell’anno successivo, che i ragionieri di codesto Dipartimento, ormai da settimane, hanno cominciato a “decurtare” il limite massimo individuale di ore mensili ad alcuni funzionari di polizia, talvolta fra i più operativi per eccellenza. Di conseguenza, gli interessati, per effetto della decurtazione, che in alcuni casi supera anche più del 50% del totale mensile, sono costretti ad offrire un numero di ore di lavoro inferiore alle effettive necessità imposte dalla gestione degli uffici loro assegnati.
Pertanto non si comprende come essi possano realmente coniugare le decurtazioni loro imposte con quelle tipiche “responsabilità dirigenziali”, assegnate, da ultimo – sulla base di analoghi provvedimenti di contenimento della spesa nell’amministrazione generale della polizia di Stato – con atti di indirizzo che, imperativamente, li individuano quali “ultimi ed unici destinatari dei diversi profili di responsabilità, anche di tipo contabile, qualora la gestione delle risorse finanziarie non sia contenuta nei limiti fissati, sebbene motivata da pressanti esigenze di servizio”.

Peraltro, sarebbe senz’altro interessante conoscere gli analoghi provvedimenti di contenimento della spesa adottati per gli omologhi ufficiali inferiori delle polizie militari. Ed infatti, la lettura del contenuto dell’ultimo comma dell’art. 38 del dpr 51/09, riferito all’orario di lavoro delle polizie militari, in cui, difformemente da quanto previsto con riguardo alle polizie ad ordinamento civile, non si individua il limite della “quota spettante”, ci rende curiosi di conoscere il numero reale di richieste di riposi compensativi, formulate dagli omologhi Ufficiali inferiori, non accolte per esigenze di servizio e la cui fruizione, entro l’anno 2010, sarebbe dovuta servire per recuperare le ore di lavoro straordinario effettuate nell’anno 2009 oltre gli ordinari stanziamenti. Infatti, nel caso in specie, il non accoglimento della richiesta di riposo compensativo costituirebbe presupposto essenziale per il pagamento delle ore di straordinario, residuate nell’anno 2009, nel limite delle risorse disponibili per l’anno 2011.
Al fine di evitare che simili provvedimenti possano compromettere definitivamente l’operatività della Polizia di Stato, danneggiando ingiustamente proprio coloro che sono chiamati, sul territorio, a fronteggiare le innumerevoli esigenze che il nostro lavoro ci impone di assicurare, raggiungendo, per altro, obiettivi essenziali nella garanzia di una sicurezza civile e democratica, Le chiediamo di intervenire (non solo le applicazioni ma anche le norme possono essere irragionevoli) per il recupero immediato del limite massimo individuale di ore di lavoro straordinario mensile di tutti quei funzionari che, nell’anno in corso, sono stati destinatari di una retribuzione di lavoro straordinario, oltre il limite massimo individuale, a fronte di prestazioni rese nell’anno 2009.
Il Vice Segretario Nazionale
Lorena La Spina

LETTERA 23 SETTEMBRE 2011 STRAORDINARIO