486-2carcere-ansa-258(ANSA) – ROMA, 18 GEN – Sono 140 gli emendamenti – in discussione nell’Aula del Senato a partire da oggi – al decreto legge ‘svuotacarceri’, del 22 dicembre 2011, in scadenza il 20 febbraio, che contiene “interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri” e dovrebbe portare a diminuire il sovraffollamento degli istituti penitenziari di circa tremila detenuti subito, mentre altri 18-22 mila, a regime della riforma, non dovrebbero più entrarci per effetto del blocco del meccanismo cosiddetto delle ‘porte girevoli’. L’approvazione si prevede per domani. Il provvedimento è in prima lettura. Dopo il voto di Palazzo Madama, il decreto passerà quindi alla Camera. Nelle sue linee guida, il decreto prevede la detenzione domiciliare a chi ha 18 mesi di pena residua da scontare mentre prima, nello ‘svuotacarceri’ del ministro Angelino Alfano, i mesi da ‘abbonare’ erano solo 12. Il decreto, inoltre, evita il vai e vieni delle ‘porte girevoli’ in base al quale ogni anno si calcola che circa 18-22 mila persone entrano ed escono dal carcere nel giro di 48 ore per reati che non destano grave allarme sociale. La soluzione individuata dal governo era quella delle celle di sicurezza delle forze dell’ordine nelle quali recludere gli arrestati in flagranza per reati minori in attesa della convalida del fermo da parte del pm. Poi, per effetto di un emendamento presentato in Commissione giustizia al Senato, dopo le polemiche suscitate proprio dalla scelta delle celle di sicurezza da molti ritenute non idonee per le garanzie dei diritti della persona e per la inidoneità delle strutture, è stata introdotta la possibilità di inviare subito al proprio domicilio le persone arrestate. Tuttavia il governo dovrebbe correggere questa previsione senza ‘paletti’ limitando l’invio al domicilio solo per i fermati per reati non gravi. L’altro elemento rilevante contenuto nello ‘svuotacarceri’ – per effetto di un emendamento approvato sempre in Commissione giustizia – è la chiusura definitiva degli Ospedali psichiatrici giudiziari. A quanto si è appreso si sarebbe trovata anche la copertura finanziaria per realizzare questo obiettivo per il quale il governo temeva la mancanza di fondi. (ANSA).