320-serbiaCALCIO: LA SERBIA NON DEVE FARE USCIRE DAI SUOI CONFINI I TIFOSI VIOLENTI NON BASTA CHE BELGRADO SEGNALI AGLI ALTRI PAESI LA PERICOLOSITA’ DI CERTI PERSONAGGI
Roma, 13 ott. ore 14.28 – (Adnkronos) – “E’ bene che la Serbia non faccia uscire i tifosi violenti dai suoi confini”: Così Enzo Marco Letizia, Segretario generale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, commenta i fatti avvenuti allo stadio Marassi a Genova ieri notte. “L’Italia ha maturato un’esperienza di ordine pubblico nella violenza degli stadi accompagnata da una normativa per prevenire questi reati. Il nostro Paese, per esempio, non fa uscire dai propri confini i tifosi violenti. La Serbia dovrebbe adeguare le proprie leggi in tal senso. Non basta che Belgrado segnali agli altri paesi la pericolosita’ di certi personaggi”.

ULTRA’ SERBI: PS, CONTROLLI CARENTI IN FASE FILTRAGGIO –
ROMA, 13 OTT ore 18.40 (Ansa) – Ricostruendo le fasi della giornata di ieri, Massucci ha individuato tre momenti di ”criticita”’: la mancanza di
informazioni provenienti dalla Serbia, l’ingresso dei tifosi allo stadio e l’uscita degli ultra’ serbi piu’ violenti che, ”vistisi perduti, hanno assaltato le forze di polizia”. Ma cosa non ha funzionato, in particolare, all’ingresso dello stadio e perche’ non e’ stato impedito ai tifosi serbi gia’ protagonisti delle violenze in citta’ di entrare a Marassi? Ci sono stati ”diversi fattori” ha spiegato Massucci, che hanno determinato le criticita’. Anzitutto ”l’infelice collocazione dello stadio Marassi”, in pieno centro cittadino e praticamente attaccato ai palazzi, ” che non consente un prefiltraggio scrupoloso persona per persona”. Proprio questo, prosegue, ha fatto si’ che le forze di polizia decidessero di ”togliere dalla strada” i tifosi serbi, evitando cosi’ un contatto con i cittadini. Anche gli ultra’ hanno avuto le loro responsabilita’: se da un lato molti si sono messi in fila in maniera ”molto disciplinata, con biglietto e documento alla mano”, altri, ”veri e propri criminali – dice Massucci – hanno occultato in parti del corpo che non possono essere controllate allo stadio, tutti quegli oggetti che poi abbiamo visto lanciare in campo”. Massucci, come avevano gia’ fatto Maroni e Manganelli in mattinata, ha voluto sottolineare che intervenire nel settore occupato dai serbi sarebbe stata una scelta ”inopportuna e pericolosa”, che avrebbe provocato una ”reazione scomposta” degli ultra’ con ovvie conseguenze su tanti tifosi innocenti. Tanto che gli scontri all’uscita dello stadio sono scoppiati nel momento in cui i piu’ violenti si sono resi conto che per loro non sarebbe stato possibile nascondersi tra i tifosi corretti. ”Abbiamo isolato l’intero settore per bloccare i piu’ facinorosi – spiega ancora Massucci -. Una volta vistisi perduti hanno attaccato le forze dell’ordine e noi li abbiamo contenuti”. L’intervento della polizia, conclude, e’ stato dunque ”misurato e appropriato al livello di pericolosita’ che ci era stato segnalato. E lo dicono i fatti: poteva essere un nuovo Heysel e ci sono stati solo due feriti tra le forze dell’ordine”.

ULTRA’ SERBI: MARONI, BELGRADO NON PUO’ DARE LEZIONI ‘AVREBBERO POTUTO IMPEDIRE A VIOLENTI DI USCIRE DAL PAESE’
Roma, 13 ott. 18.38 (Ansa) – ”Una critica ingenerosa”. Cosi’ il ministro dell’Interno Roberto Maroni commenta le parole del suo collega serbo Ivica Dacic (”a Belgrado non sarebbe successo”) dopo gli incidenti di ieri sera a Genova. ”Francamente – spiega Maroni in un’intervista sul sito internet della Gazzetta dello sport – mi sembra che proprio loro non possano dare lezioni. E i serbi avrebbero potuto fare una cosa semplicissima con gli ultra’: vietare loro di uscire dalla Serbia”. Maroni dice poi che non c’e’ stata alcuna complicita’ fra ultra’ serbi e gruppi italiani. Anzi, i tifosi di Samp e Genoa hanno collaborato con le forze dell’ordine.